30 novembre 2010

CATANIA: ALMENO 10MILA CONTRO LA RIFORMA GELMINI - LE FOTO E LA CRONACA







E' notizia di un'ora fa. La Camera dei Deputati ha approvato la Riforma Gelmini. Catania, oggi, come gran parte del Paese, è stata segnata da una enorme manifestazione che, partita da Piazza Roma, ha attraversato gran parte del centro storico della Città. Da anni, a Catania, non si vedeva una manifestazione tanto accorata, pacifica, partecipata.

Una manifestazione che non ha mai attraversato momenti di tensione e che è sempre stata segnata da fortissima contestazione alla Riforma.

Il corteo, partito alle 9 del mattino da Piazza Roma alle 11 ha raggiunto la Stazione. Hanno occupato per quasi un'ora la Stazione Centrale di Catania impedendo la partenza e l'arrivo dei treni. Alle 12 i manifestanti hanno ripreso il corteo, che ha raggiunto prima piazza Duomo e poi Piazza Università, scandendo cori contro il Ministro Gelmini e la sua Riforma, e il Governo presieduto da Silvio Berlusconi.

Alle 13 ultima tappa del corteo verso la Facoltà di Scienze Politiche di via Vittorio Emanuele, che è attualmente in stato di occupazione.

29 novembre 2010

LO BELLO: CATANIA CAPITALE DELLA MAFIA

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"Oggi la capitale della mafia imprenditrice non è Palermo ma Catania". A lanciare il grido d'allarme dalle colonne del Corriere della Sera è il presidente di Confindustria Sicilia, Ivan Lo Bello.

Secondo l'imprenditore è a Catania che si sarebbe "pienamente affermata una mafia che lascia alle cosche minori, spesso esterne a Cosa Nostra, i vecchi affari illeciti per dedicarsi ad attività apparentemente pulite" e dove "i mafiosi di rango e consolidata tradizione non sparano più e non chiedono nemmeno il 'pizzo' ma sono imprenditori che hanno monopolizzato una fetta di settori come i trasporti, il calcestruzzo, il movimento terra e alcuni servizi alle imprese".

"La prima conseguenza di una mafia con queste caratteristiche - spiega - è che chiunque venga in Sicilia spesso non può fare a meno di soggiacere al ricatto dei subappalti gestiti da imprese mafiose".

"C'è un nemico interno al mondo imprenditoriale - prosegue - che quotidianamente distrugge i valori reali dell'impresa che sono il mercato, le regole, la trasparenza. Sono aziende mafiose o infiltrate dalla mafia che scelgono la via della collusione per avere un vantaggio su chi invece rispetta le regole".

Si tratta, per l'imprenditore, di "un fenomeno insidioso perchè non genera allarme sociale": questa, sottolinea, "è una mafia silenziosa che non spara ed anzi offre apparentemente occasioni di sviluppo. Ma è solo un'illusione, perchè alla lunga distrugge ricchezza danneggiando l'economia sana".



Fonte: lasiciliaweb.it

26 novembre 2010

TEMPO REALE - LE FOTO DELLA PROTESTA DI SCIENZE POLITICHE ANTI-GELMINI





Continuano le proteste contro la riforma Gelmini in tantissimi atenei d'Italia. A Catania attivissima la Facoltà di Scienze Politiche. Ecco le foto del sit-in di stamattina. Alle 15 è stato convocato un altro concentramento in facoltà. Vi terremo aggiornati.

TEMPO REALE - A CATANIA ESPLODE LA PROTESTA ANTI-GELMINI

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Esplode anche a Catania la protesta degli studenti universitari contro la riforma Gelmini.
Dopo Fisica e l'occupazione dell'aula A13 della facoltà di Lettere, grossa manifestazione di dissenso a Scienze Politiche. Gli studenti della facoltà hanno dato vita ad un grosso sit-in di fronte alla Facoltà (bloccando a lungo il traffico di via Vittorio Emanuele), nel corso del quale hanno pacificamente occupato il suolo pubblico sedendosi per terra e protestando vivamente ma civilmente contro la riforma che sta causando sommovimenti in tutto il Paese.

Pare ci sia anche la possibilità che la Facoltà venga occupata.

UCCISO DAL SUO CAMION RUBATO - ARRESTATO L'ASSASSINO


La polizia di Catania ha arrestato il presunto autore dell'omicidio di Salvatore Niesi, l'autotrasportatore di 35 anni di Caltanissetta che era stato travolto dal proprio furgone, nel tentativo di impedirne il furto.

Niesi, che era sceso dal furgone e si era fermato in un bar della Zona industriale di Catania, aveva notato che una persona si era messa alla guida del camion.

L'uomo si era parato davanti al furgone per bloccare il ladro, ma era stato travolto e trascinato per circa 250 metri.

24 novembre 2010

ADDIOPIZZO CHIEDE LE DIMISSIONI DI LOMBARDO: "IMBARAZZA CHE SIA PRESIDENTE"

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"Le sue condotte, al di là del loro accertamento penale, stanno mettendo seriamente in discussione la sua credibilità dinanzi al popolo siciliano". Con questa motivazione l'associazione Addiopizzo ha chiesto in un documento le dimissioni del presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo, coinvolto nell'inchiesta della procura di Catania su mafia e politica.

Per l'associazione antiracket "il coinvolgimento di Lombardo nell'inchiesta pone la Sicilia in condizioni di grave imbarazzo e difficoltà. Non si può pretendere che gli imprenditori e i commercianti denuncino se dall'alto, dalle istituzioni politiche rappresentative, non provengono modelli di comportamento esemplari".

Ecco il testo integrale della Lettera di Addiopizzo al Presidente Lombardo:

Egregio Presidente Lombardo,
Senza voler entrare nell’agone politico, al di fuori di ogni polemica e delle responsabilità penali contestateLe, il Suo coinvolgimento nell’indagine della Procura di Catania, pone la Sicilia in condizioni di grave imbarazzo e di difficoltà.
In tale stato si trova, come del resto ha ammesso Lei stesso per alcuni Suoi autorevoli componenti della giunta, soprattutto chi opera quotidianamente a vari livelli per il contrasto a cosa nostra.
Non si può infatti pretendere che gli imprenditori e i commercianti denuncino se dall’alto, dalle istituzioni politico rappresentative non provengono modelli di comportamento esemplari.
E dall’inchiesta e dalle intercettazioni emergono dei gravi dubbi su alcuni dei contesti dove ha svolto l’attività politica, nonché su alcune Sue condotte che al di là del loro accertamento penale comunque spettante all’autorità giudiziaria, stanno mettendo seriamente in discussione la Sua credibilità dinanzi al popolo siciliano.
Signor Presidente, come si fa a convincere gli operatori economici che oggi sia importante ed opportuno affrancarsi dal fenomeno del racket e da rapporti di connivenza con la mafia, se sussistono ombre su chi ricopre attualmente la carica di governatore, di una terra peraltro per decenni e per certi versi ancora adesso martoriata dalla mafia?
Questa è una delle principali difficoltà, nonché una delle più frequenti domande che ci pongono molti imprenditori e commercianti con cui entriamo in contatto e che ci confidano di pagare il pizzo ma che hanno difficoltà a maturare la forza e il coraggio di denunciare.
Ecco perché, rimanendo saldamente ancorati al sacrosanto principio costituzionale di presunzione di non colpevolezza e augurandoci anche un Suo proscioglimento, restiamo convinti che, in questo momento, l’unica scelta di responsabilità politica e morale sia quella di rassegnare le dimissioni.
Si tratterebbe di una scelta doverosa e coerente anche con il profilo di autorevolezza che Lei ha voluto dare alla formazione dell’ultimo governo regionale.
Giunta che vede coinvolte personalità il cui spessore e prestigio sono rappresentati proprio dall’impegno professionale, in importanti ruoli ed istituzioni dello Stato, profuso nella lotta alla mafia.
Fino a quando non sarà fatta piena chiarezza, sino al momento in cui non si diraderà ogni sospetto e continueranno ad aleggiare dubbi è necessario ed opportuno evitare pesanti contraccolpi di immagine e di credibilità per le istituzioni regionali.
Istituzioni che con i loro rappresentanti oltre ad essere pulite, scriveva il Giudice Borsellino, devono apparire tali.
In una terra che un giorno, diceva lo stesso Borsellino, diventerà bellissima, ma che per secoli ha vissuto e subìto gli effetti nefasti della mafia e di sistemi politico-clientelari, chi come lei, oggi, vuole rappresentare una vera ed autentica volontà di rinnovamento, ritrovandosi anche disgraziatamente coinvolto in indagini di mafia, non ha altre scelte se non quella di dimettersi.


23 novembre 2010

DISPERATO, LASCIA UNA CULLA VUOTA DAVANTI AL DUOMO DI CATANIA


A Catania, poco distante dal duomo, un impiegato di 25 anni ha posto una culla vuota per protestare contro il mancato ottenimento del riconoscimento di paternita' di una bambina nata la settimana scorsa da una relazione con una 23enne. "E' l'ultimo tentativo che faccio -ha detto M.M.- cercando di sollecitare la carita' cristiana. Dopo saro' costretto ad adire le vie legali al Tribunale per i minorenni di Palermo".

In base a quanto ricostruito dal suo legale, l'avvocato Giuseppe Lipera, i due si erano conosciuti su una nave da crociera dove, dopo una convivenza a Catania la giovane e' rimasta incinta ma negli mesi della gravidanza si era trasferita nell'abitazione dei suoi genitori. "Da quel momento -ha detto Lipera- il mio assistito non ha piu' visto ne' sentito la compagna e neppure la figlia. Gli e' stato impedito di riconoscerla". Il padre ha poi reso noto di non saper neppure come hanno chiamato la piccola.

OMICIDIO ALLA ZONA INDUSTRIALE - UCCISO DAL SUO FURGONE RUBATO, TELECAMERE FUORI SERVIZIO



Sei telecamere dei servizi di sorveglianza avrebbero potuto riprendere la scena dell'uccisione
dell'autotrasportatore nisseno di 35 anni, Salvatore Niesi, morto ieri a Catania travolto dal suo furgone nel tentativo di impedire il furto del mezzo. Ma nessuna funzionava. Lo si apprende da fonti della Procura della Repubblica che sta valutando l'episodio.

Sulla strada dove è avvenuta la tragedia la squadra mobile della Questura, che indaga, ha rilevato la presenza di sei telecamere per la sicurezza della zona ma nessuna era funzionante. Era attiva invece quella privata di una banca davanti la quale il ladro-omicida ha lasciato il furgone, vuoto, rubato poco prima, ma le immagini non hanno fornito elementi utili alla sua identificazione e a quella di eventuali complici.

Il dramma è avvenuto ieri alle 13. L'autotrasportatore, che era sceso dal furgone e si era fermato in un bar della zona industriale di Catania, ha visto che una persona si era messa alla guida del mezzo, si è messo davanti al furgone ma è stato travolto e trascinato per circa 250 metri. La vittima lascia la moglie e due figli, uno di 10 anni e l'altro di 25 giorni.

"La zona industriale e del porto di Catania sono diventate una sorta di Far West: nell'ultima settimana ci sono stati 6-7 furti". Lancia l'allarme Giuseppe Richichi, presidente dell'Aias, una delle associazioni di autotrasportatori siciliani, dopo l'uccisione di ieri di, Salvatore Niesi, 35 anni, travolto dal suo furgone nel tentativo di impedire il furto del mezzo.

22 novembre 2010

" La SFIDA " di Sergio CHIAMPARINO a Catania !!!




Lo scorso 19 Novembre, presso la sala del " Coro di Notte " della Facoltà di Lettere, si è svolta la presentazione catanese del libro " La sfida. Oltre il PD per tornare a vincere. Anche al Nord "(Einaudi STILE LIBERO, 13euro) ad opera del Sindaco di Torino, nonché Presidente dell' ANCI, Sergio CHIAMPARINO !!! L'evento, facente parte della rassegna " Conversazioni in Sicilia " patrocinata dal quotidiano " La Sicilia ", si è svolto in una sala trabordante di militanti, studenti, docenti universitari, esponenti di altri partiti e, naturalmente, gli immarcescibili " notabili " della cosiddetta " Catania BENE " (?); i relatori presenti, senza alcun dubbio, di alto profilo culturale: Enrico IACHELLO, preside della Facoltà di Lettere; Enzo BIANCO, Senatore PD; Paolo MIELI, Presidente RCS Libri; Ivan LO BELLO, Presidente CONFINDUSTRIA Sicilia; Nino MILAZZO, già vice-direttore CORSERA; tutti brillantemente moderati da Andrea LODATO, notista politico de " La Sicilia ".
Il Preside IACHELLO si è subito soffermato su un capitolo del libro in particolare nel quale, Chiamparino, esprime le sue proposte/idee sull' Università italiana.
Senza dubbio, agli occhi di chi scrive, gli interventi migliori sono stati nell'ordine quello di Bianco, Mieli e ovviamente di Chiamparino stesso. Il Sen. BIANCO ha giustamente sottolineato come " sia vergognoso che il Pd in Sicilia funga da stampella ad un governo guidato da un individuo in odore di mafia come Raffaele Lombardo ", ribadendo per l'ennesima volta che, nonostante la maggioranza dei dirigenti del partito sia favorevole, egli sarà sempre contrario a qualunque forma di alleanza con l'attuale compagine governativa dell'ARS che, in quanto tale, inverte palesemente un principio base di ogni democrazia liberale: " CHI VINCE GOVERNA, CHI PERDE HA IL DIRITTO/DOVERE DI FARE OPPOSIZIONE ! ".
Paolo MIELI, giornalista di rango e storico rinomato, ha giustamente sottolineato come una Regione come la Sicilia " al netto del Federalismo fiscale prossimo venturo, non si risolleverà mai con 20mila dipendenti pubblici sparsi sui vari livelli della pubblica amministrazione " ed infine il Sindaco di Torino ha ribadito che, dopo averlo già fatto ripetute volte su giornali e tv nazionali, condivide la decisione di " giungere ad un candidato premier condiviso dalla stragrande maggioranza delle forze/partiti/movimenti di centroSinistra " ma, avverte concludendo l'incontro sagacemente,
" chiunque esca vincitore dalle Primarie di coalizione, mettiamo che si tratti di Nichi VENDOLA, debba essere il candidato di tutti e conseguentemente avere il nostro incondizionato appoggio "
... MI AUGURO fortemente che abbia ragione Sindaco ma, sa come va il mondo della Politica italiana, SE NON VEDO NON CREDO !!!
Catania, 22 Nov 2010 Bernardo Tutino

1300 BORSE DI STUDIO IN MENO A CATANIA

Alla faccia della meritocrazia. Da 30 milioni di euro scarsi ad appena 10 milioni. Sulla Sicilia si abbatte la scure dei tagli ai fondi per finanziare le borse di studio. Soldi che si riducono ad appena un terzo per il 2011, una cifra che metterà le università e gli studenti siciliani meno abbienti con le spalle al muro.

“All’incirca resteranno fuori 4.000 studenti in situazioni economiche disagiate in tutta la Sicilia – afferma il direttore dell’Ersu di Catania Nunzio Rapisarda – con questa decurtazione dei fondi. Soltanto a Catania tra i 1.200 e i 1.300”.
Una vera “strage” in un terra come quella siciliana dove sembra dissolversi come neve al sole persino il diritto allo studio, sancito dall’articolo 34 della Costituzione.

C’è questa violazione? “Direi decisamente di sì – risponde senza indugio Rino Di Meglio, il coordinatore della Gilda, l’associazione degli insegnanti autonomi – in quanto l´articolo 34 della Costituzione, come recita il comma 3, prevede che i capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. Perciò chiediamo ai ministri Gelmini e Tremonti di fare luce sulla questione e di evitare discriminazioni di natura economica fra studenti”.

Oramai sul taglio del 60 per cento del fondo destinato dal Ministero della Pubblica istruzione alle borse di studio (chiamato tecnicamente “fondo integrativo”) non ci sono dubbi. Infatti è stata approvata la Finanziaria 2010 con il varo della legge del 23 dicembre del 2009, la numero 191). La normativa riporta chiaramente che in Sicilia i fondi passeranno dai 29.589.000 euro ad appena 10.360.000. Un vero tracollo che, secondo quanto attesta l’Udu, l’Unione degli Universitari, in Sicilia lascerà fuori dai giochi ben il 40 per cento degli studenti aventi diritto alle borse di studio.

21 novembre 2010

CASO CAMILLERI, LA PRESTIGIACOMO ATTACCA (MA LA CENSURA NON L'AVEVA FATTA IL PDL?)

Arriva (curiosamente) dal Ministro Prestigiacomo (PdL) un duro attacco alla "politica" e in difesa di Pietrangelo Buttafuoco, che si era dimesso per difendere Andrea Camilleri dagli attacchi del Pdl siciliano.

Proprio per questo appaiono contraddittorie le dichiarazioni del Ministro Prestigiacomo, rilevante esponente proprio del PdL: "La vicenda del Teatro Stabile di Catania è già diventata un caso nazionale, e noi siciliani rischiamo di perdere la preziosa opera di risanamento economico e di rilancio dell'immagine di uno dei più importanti e storici teatri del Sud, che Pietrangelo Buttafuoco sta portando avanti, tra l'altro a titolo gratuito, per il grande amore che nutre per la sua terra".

"La politica, quella con la P maiuscola, se ne ha la capacità - continua il ministro -, intervenga per evitare che lotte di fazioni mettano a repentaglio la stabilità di un teatro che oggi, più che nel passato, è diventato il motore della vita culturale, non di una città, ma di un'isola. Un biglietto da visita della nostra Regione da poter esibire con orgoglio".

20 novembre 2010

HANNO CHIUSO L'UNICO LICEO DI LIBRINO - LA REAZIONE DI "LIBRINOATTIVA"

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Nella difficile realtà del quartiere di Librino l'ennesima tegola: la chiusura di una Speranza, l'Istituto Superiore "Lucia Mangano", sulle cui spalle erano poggiate le aspettative di tante parti della società civile e della popolazione del quartiere. Riceviamo e pubblichiamo la testimonianza di LibrinoAttiva, comitato che opera proprio sul territorio di Librino:

"Non è passato molto tempo da quando il comitato “Librino Attivo” esprimeva entusiasmo sulla possibilità della nascita di un liceo musicale a Librino, un progetto importante per il quale avevamo offerto tutta la nostra collaborazione, con i dirigenti scolastici, alle Istituzioni nazionali, regionali e locali.

Oggi invece dobbiamo ancora una volta constatare che l’impegno per il riscatto del nostro quartiere è condito solo di belle parole, mai di fatti. Infatti , non solo il liceo musicale è rimasto un sogno nel cassetto, ma Librino incassa l’ennesimo schiaffo: l’unico istituto superiore del quartiere – proprio quello in cui si pensava di far nascere l’istituto musicale – chiude i battenti!!!

E pensare che sono passati appena due anni da quando, nell'ottobre del 2008, nella sede della nona Municipalità fu raggiunta un'intesa secondo la quale il Comune avrebbe ceduto alla Provincia una parte della scuola media Brancati, da ristrutturare a spese della Provincia e destinare a scuola superiore.

Fino alla settimana scorsa nella sede della Vitaliano Brancati avevamo cinque classi della Lucia Mangano. Avevamo, perché per mancanza di fondi il Comune non ha mai provveduto a trasferire i pochi uffici della scuola media Brancati assicurando così il corretto funzionamento della video sorveglianza che doveva garantire la sicurezza dei 160 alunni.

E allora ci domandiamo: è questa la politica di riqualificazione di Librino che viene adottata dall’amministrazione comunale? È possibile che le istituzioni comunali, provinciali siano indifferenti al fatto che ai giovani di Librino venga negato il diritto allo studio e quindi ad un futuro migliore?

Eppure, come emerge dai dati tratti dal sistema informatico del Comune di Catania, la nostra è la zona più giovane della città: il 54,7 % della popolazione di Librino ha meno di 33 anni, solo il 2% sono gli anziani, mentre 1 abitante su 10 ha tra i 14 ed i 19 anni, l'età della scuola superiore di secondo grado!!!

Da questi dati è facile capire che il futuro di Catania passa anche da Librino.

E ancora, vogliamo rilevare alcuni dati certamente noti:

Acireale ha 50.190 abitanti e 7 scuole superiori;

Caltagirone ha 37.373 abitanti e 7 scuole superiori;

Giarre ha 26.657 abitanti e 7 scuole superiori;

Paternò ha 45.725 abitanti e 5 scuole superiori ;

San Giovanni La Punta ha 20.850 abitanti e 3 scuole superiori;

Librino ha 80.000 mila abitanti e oggi non ha più nemmeno le 5 classi dell’istituto superiore “Lucia Mangano”.

Ci chiediamo a questo punto come possa sfuggire al sindaco Stancanelli che la mancanza di scuole superiori a Librino incrementa il tasso di dispersione. Ci chiediamo se l’assessore alla pubblica istruzione sappia che i nostri giovani per raggiungere le scuole superiori del centro sono costretti a prendere tre o quattro autobus. Ci chiediamo se Catania comprenda che tutto questo scoraggia la frequenza e che questa diventa condizione dell’aumento della devianza minorile.

Ci chiediamo, insomma, quando si smetterà di calpestare la dignità dei catanesi che vivono a Librino?

Il Presidente

Sonia Messina"


CATANIA COME LA SCIMMIETTA SORDA

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I segretari provinciali di Cgil, Cisl e Uil Angelo Villari, Alfio Giulio e Angelo Mattone stamattina a Catania hanno incontrato i giornalisti e presentato un pupazzo raffigurante una scimmietta che si tappa le orecchie come "icona della politica sorda alle richieste dei cittadini".

Per i tre sindacalisti "un mese dopo la 'Notte bianca per il lavoro e contro la mafia', malgrado l'impegno comune di tutte le parti sociali che un anno fa hanno dato vita al 'Tavolo per Catania', le istituzioni politiche restano insensibili dinanzi all'appello alla concertazione che Cgil, Cisl e Uil hanno ribadito recentemente con un pacchetto di proposte il Decalogo per la vertenza Catania sottoposto all'attenzione del presidente della Regione, del presidente della Provincia e del sindaco di Catania".

"Qui - ha detto Villari - non è morta solamente la concertazione, ma anche il confronto. A un mese dalla manifestazione del 22 ottobre non abbiamo ancora ricevuto risposte dalle istituzioni locali. Questo è gravissimo". Il segretario Cisl Alfio Giulio ha aggiunto: "Non vogliamo fare polemica, ma le istituzioni politiche a Catania farebbero bene a parlare meno, a limitare gli annunci, e a far partecipare molto di più le associazioni datoriali, le organizzazioni sindacali, il mondo della cooperazione per innescare un processo virtuoso di sviluppo del territorio".

"Alla Vertenza Catania lanciata dal sindacato - ha detto Mattone - ha risposto solo il presidente della Provincia. Mancano invece all'appello il presidente della Regione e il sindaco, cui abbiamo inviato nelle scorse settimane una richiesta di confronto".

19 novembre 2010

CATANIA - IN MOSTRA TUTTO MODIGLIANI

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Un centinaio di opere d'arte fra disegni, oli, sculture. Ma anche fotografie, taccuini, lettere, cartoline e persino le pagelle scolastiche. È tutto quello che è stato raccolto sull'artista Amedeo Modigliani (Livorno 1884 - Parigi 1920) e che verrà proposto, dall'11 dicembre all'11 febbraio 2011, nella mostra "Modigliani, ritratti dell'anima". L'esposizione sarà ospitata al Museo civico Castello Ursino, fortezza realizzata da Federico II di Svevia. A fare da viatico il "Diario della madre", una sorta di giornale di famiglia che Eugénie Garsin-Modigliani cominciò a scrivere nel 1886.

18 novembre 2010

SCIPPA DONNA CON NEONATO, IL FRATELLO LO FA ARRESTARE

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Tenta uno scippo ma viene denunciato dal fratello
che telefona al 112 e lo fa arrestare. E’ accaduto a Catania.

In manette e’ finito un 27enne. Il giovane, in sella ad uno scooter in compagnia del fratello, che era alla guida, mentre percorreva la centralissima via Teatro Massimo, con gesto fulmineo ha afferrato la borsa che una donna, a passeggio con la propria bambina di un anno, teneva a tracolla.

La vittima ha opposto resistenza ed e’ stata trascinata dallo scippatore, a bordo dello scooter in corsa, rovinando per terra e procurandosi lesioni e contusioni alla spalla destra e all’emitorace destro e la frattura della clavicola. Trasportata all’ospedale “Vittorio Emanuele” e’ stata dimessa, poco dopo, con una prognosi di 30 giorni. La piccola e’ rimasta illesa ed e’ stata subito accudita dai carabinieri e dai passanti che hanno assistito alla scena.

Il fratello dello scippatore, non appena si e’ reso conto di quanto stava accadendo, ha fermato lo scooter e ha bloccato il 27enne. Poi ha chiamato il 112. Giunti sul posto i carabinieri hanno arrestato il giovane con l’accusa di tentata rapina e lesioni personali.

ALLARME: CARO-PARCHEGGI ALLA CITTADELLA

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Studiare è un Diritto. Per esercitarlo, i tanti studenti catanesi che gravitano attorno al polo della cittadella da domani avranno un ostacolo, una spesa in più. Oltre agli affitti (spesso in nero e malregolati), alle spese correnti e ai (costosissimi) libri universitari, da oggi gli studenti della Cittadella pagheranno (salato) anche il semplice parcheggio dell'auto. Il nuovo regolamento sulle modalità di fruizione dei parcheggi prevede la spesa di 2€ per mezza giornata (dalle ore 7,30 alle 14,30 e dalle 14,30 alle 21,30).

Non mancano, ovviamente, le sanzioni: 30€ per chi parcheggia al di fuori degli spazi consentiti (60€ e rimozione per i mezzi che portano intralcio);

Divieto di accesso agli spazi universitari ad auto non autorizzate esterne all’università;

Nessuna responsabilità dell’università circa possibili danni e\o furti ai mezzi posteggiati all’interno della Cittadella.

CATANIA FAR WEST - SPARATORIA A NESIMA

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Non accenna ad arrestarsi l'escalation di sparatorie in giro lungo tutto il perimetro della città di Catania. L'ultimo episodio poche ore fa. Un trentenne è stato ferito in una sparatoria avvenuta nel rione Nesima di Catania. L'uomo è ricoverato con la prognosi riservata per ferite da arma da fuoco alla gamba e all'inguine all'ospedale Vittorio Emanuele. La vittima ha detto di non avere visto chi gli ha sparato nè ha saputo fornire un movente per l'accaduto. Indagano i carabinieri del reparto operativo del comando provinciale di Catania.

NO AGLI IDROCARBURI IN SICILIA


Risale a martedì scorso la decisione del Ministero dello Sviluppo economico siciliano, che ha respinto l’istanza della società Petroceltic Italia srl, con l’obiettivo di ricercare idrocarburi in acque territoriali siciliane.
I motivi che hanno spinto a ciò il ministero è stato l’accoglimento della nota della Regione Siciliana dello scorso settembre che,specularmente alla decisione,esprime la totale contrarietà al rilascio di autorizzazioni di idrocarburi nel mar Mediterraneo vicino all’isola Sicilia.
La suddetta decisione è stata resa nota dall’assessore regionale al Territorio e ambiente,Gianmaria Sparma.
Qui si pone il problema su due piani ben precisi:da un lato si vede preservata la natura dell’isola, dall’altro si priva l’isola di un importante progetto economico e imprenditoriale che ,essendo all’avanguardia,avrebbe tutti gli accorgimenti per preservare il mare siciliano.

17 novembre 2010

Caccia ad aggressore "seriale" di donne


Un uomo sui quarant'anni, alto un metro e sessanta, tarchiato, stempiato, quasi sempre con un paio di occhiali da sole, forse psicolabile. È l'identikit dell'aggressore che colpisce a Catania le donne prendendole alle spalle tra corso Italia, viale Libertà, via Alberto Mario e via Umberto. Per catturalo la polizia ha organizzato in questo quadrilatero una vera e propria caccia all'uomo. In strada agenti in borghese controllano ogni spostamento sospetto di persone che si muovono nel quartiere. La task force è operativa dall'inizio della settimana, da quando, sabato mattina, il molestatore ha preso di mira, nell'androne di un palazzo di via Alberto Mario, una romena di 40 anni che fa la badante, e ha tentato di violentarla ma è stato messo in fuga dalla reazione della donna.

Fonte: gazzettadelsud.it

15 novembre 2010

OGGI MARONI A CATANIA (FINALMENTE)

Si terrà oggi a Catania l’evento annuale 2010 del Programma Operativo Nazionale “Sicurezza per lo sviluppo – Obiettivo Convergenza 2007-2013″ dal titolo ‘Il Sud merita sicurezza’. L’appuntamento è fissato per le ore 17 presso l’Hotel Baia Verde.

L’incontro sarà occasione per fare il punto sullo stato di avanzamento del Programma e per rilanciare le opportunità offerte dai Fondi strutturali. Saranno presenti il Ministro dell’Interno Roberto Maroni, il Capo della Polizia Prefetto Antonio Manganelli, l’Autorità di Gestione del PON Sicurezza, Prefetto Nicola Izzo. Un approfondimento sarà dedicato ai beni confiscati alla criminalità organizzata, in particolare al ruolo del Programma per la loro riqualificazione al fine di consentirne il riutilizzo a scopi sociali.

La presenza, a Catania, del Ministro degli Interni era stata auspicata e annunciata più volte negli ultimi mesi, in particolare ne aveva parlato il dopo la Sindaco di Catania Stancanelli dopo la sparatoria che aveva coinvolto, qualche mese fa, la studentessa Laura Salafia: «Maroni a Catania è la risposta chiara e netta delle istituzioni a questo drammatico episodio» aveva detto il Sindaco & Senatore. Segnale che non è mai arrivato.

Oggi Maroni è a Catania. Meglio tardi che mai.

E' MORTO IL MAESTRO PREGADIO

E' morto dopo una breve malattia il maestro Roberto Pregadio. Lo annunciano i suoi familiari. Nato a Catania il 6 dicembre 1928 fu musicista, direttore d'orchestra e compositore, ma la celebrità gli venne prima dalla radio e poi dalla tv con "La Corrida" dove, accanto a Corrado, divenne anche un personaggio grazie alla sua simpatia e al suo senso dell'umorismo.

14 novembre 2010

I LOMBARDO CON I MAFIOSI - ECCO LE FOTO

L'Audi Q7 grigio metallizzato di Angelo Lombardo entra nella tenuta dove si terrà la festa per la sua elezione. Presenti alcuni boss catanesi

A sinistra il geologo Giovanni Barbagallo assieme a due presunti mafiosi davanti alla segreteria politica di Angelo Lombardo a Catania


L'Audi Q7 grigio metallizzata di Angelo Lombardo, fratello del governatore della Sicilia e deputato nazionale dell'Mpa, varca il cancello della masseria del geologo Giovanni Barbagallo in contrada Margherito, nelle campagne di Ramacca, alle 12,34 di domenica 4 maggio 2008. Ad attenderlo tutto il gotha di Cosa nostra catanese. Gli obiettivi dei carabinieri del Ros sono puntati su quel cancello e registrano la lunga teoria di Suv, fuoristrada e berline di mafiosi e colletti bianchi convocati per festeggiare, a vino rosè e quaglie alla brace, l'elezione del "loro" deputato nazionale. C'è anche Enzo Aiello, il rappresentante provinciale di Cosa nostra a Catania, in cima alla lista dei cinquanta arrestati della più grossa inchiesta su mafia e politica del Catanese nella quale sono indagati per concorso esterno in associazione mafiosa anche i fratelli Lombardo.

Il governatore, Raffaele Lombardo, alla festa di Margherito non c'è. Da quando è stato eletto alla presidenza della Regione - dicono i mafiosi intercettati - "Raffaele ha chiuso il cerchio". Per parlare con lui bisogna parlare con suo fratello Angelo, sul quale adesso i mafiosi contano parecchio per puntare anche ai flussi finanziari per appalti e opere pubbliche che arrivano da Roma. A quel summit, che i magistrati della Dda di Catania paragonano alla riunione di Appalachin, che vide riunito il vertice della mafia italo-americana dei Gotti e dei Gambino, Angelo Lombardo resta quasi quattro ore. I carabinieri filmano la sua auto che esce alle 16,20.

Le foto del summit, che provano la presenza di Lombardo a quel summit di mafiosi, sono finite nella corposa informativa dei carabinieri del Ros che costituisce l'ossatura dell'inchiesta. Elementi decisivi per illustrare quei "rapporti diretti tra i Lombardo e i boss di Cosa nostra" che i magistrati ritengono "provati". Così come le ripetute frequentazioni di esponenti delle cosche mafiose della segreteria politica di Angelo Lombardo in viale Africa 84 a Catania. Anche lì, gli uomini del Ros riprendono e ascoltano. Ed ecco insieme ancora il geologo Giovanni Barbagallo con Carmelo Finocchiaro e Giuseppe Tomasello, tutti poi in manette nel blitz del 3 novembre. È il 29 marzo 2008. Il geologo porta dal futuro deputato nazionale i due esponenti delle cosche: "Ti metti a disposizione che costruiamo il futuro...". In quella segreteria i boss promettono il loro sostegno per le campagne elettorali dei Lombardo, chiedono interventi per sbloccare pratiche alla Regione, per assunzioni, strade privilegiate per convogliare flussi di denaro pubblico verso le loro imprese. Una "fabbriceria elettorale", la definiscono i pm, messa su perché Cosa nostra - scrivono i pm negli atti depositati al gip - "operava per ottenere quale naturale, prevedibile e ambita contropartita la possibilità di controllare appalti pubblici finanziati e gestiti dalla Regione siciliana o, comunque, di appalti pubblici alimentati da risorse statali o comunitarie ma da realizzare pur sempre in Sicilia".

Accuse pesantissime quelle messe per iscritto dalla Procura di Catania che, pur non ritenendo di chiedere alcun provvedimento per i fratelli Lombardo, su di loro continua a indagare. Accuse dalle quali il presidente della Regione adesso chiede di potersi difendere prima davanti ai magistrati e poi davanti all'opinione pubblica così come gli hanno chiesto anche gli alleati del Pd siciliano che lo sostengono a costo di accese critiche all'interno del partito dove sono in tanti, da Veltroni alla Bindi, da Marino a Bianco, a sollecitare un passo indietro. Per questo Lombardo, che ha nominato un pool di difesa (Grazia Volo, Guido Ziccone, Massimo Motisi) ha presentato alla Procura istanza di formale interrogatorio. Il governatore, che nei mesi scorsi si è recato due volte dai pm per rendere dichiarazioni spontanee, vorrebbe adesso rispondere a precise contestazioni per dissipare le ombre di quello che definisce un "complotto politico-mediatico-giudiziario". "Chiedo di essere interrogato - ha scritto sul suo blog - Essere sentito da ospiti silenziosi non è più il caso. Non credo che ci sia più da salvaguardare alcuna riservatezza. La vicenda che mi riguarda, ormai da 9 mesi, gira su tutti i giornali, televisioni, siti internet di mezza Italia. Credo che sia giusto pretendere che una volta per tutte si formi la verità ascoltando il diretto interessato". Ma la Procura, da cinque giorni, fa orecchie da mercante e non risponde alla richiesta del governatore che ha trascorso il weekend in contatto con i suoi legali studiando le carte pubblicate per preparare una difesa che, a questo punto, potrebbe diventare solo pubblica.


fonte: repubblica.it

REPUBBLICA FA 7 DOMANDE A LOMBARDO: ECCOLE.

Sette domande per fugare ogni dubbio sui rapporti tra Raffaele Lombardo (Presidente della Regione Sicilia e Leader del MpA) e la Mafia. Le formula la Repubblica di Palermo.


fonte: repubblica.it

13 novembre 2010

REINA SI DIMETTE


''Questo Governo e' giunto al capolinea , ha esaurito la sua capacita' di esprimere sviluppo in questo Paese; tutti i grandi temi che riguardavano le condizioni dello sviluppo del Sud sono stati sostanzialmente ignorati. Il treno ha marciato sempre in una sola direzione".
Con queste parole l'esponente dell'Mpa e sottosegretario alle infrastrutture Giuseppe Reina ha annunciato le sue prossime dimissioni dall'incarico, mostrando l'ormai irrecuperabile impotenza del partito maggioritario in Sicilia in merito alle tematiche strettamente legate allo sviluppo economico e infrastrutturale del Sud e della Sicilia in particolare.

SPACCIATORE A 16 ANNI. ARRESTO A S. CRISTOFORO

La polizia ha arrestato uno spacciatore di droga di 16 anni nel quartiere San Cristoforo. A finire in manette è stato il sedicenne C. G. sorpreso in flagranza di reato. All'atto del controllo compiuto dagli agenti di polizia il ragazzino è stato trovato in possesso di diverse dosi di marijuana, pronte per essere vendute. Il giovane, dopo le formalità di rito, su disposizione dell'A.G. è stato condotto presso il Centro di prima accoglienza di via Franchetti.

ECCO COME DIMAGRIRE ALL'ARS


È stata varata qualche giorno fa la finanziaria arrivata alla commissione Bilancio dell’Ars, dopo una seduta di ristrettezza della giunta guidata dal Presidente della Regione Raffaele Lombardo.

Subito il Presidente dell’Ars, Francesco Cascio, ha letteralmente stralciato alcune importanti norme dal documento economico presentato dal Governo tempo addietro. Ciò che è stato eliminato, per snellire una pesante finanziaria, sono articoli che riguardano la semplificazione amministrativa e la riforma delle Asi. Giustifica così il Presidente dell’Ars, immediatamente chiamato a rispondere delle sue azioni :”Le riforme di settore si fanno con leggi dell’Assemblea e non con emendamenti in finanziaria”.

Questa è stata una decisione che è stata accolta molto freddamente dall’assessore regionale all’Economia, Gaetano Armao, che afferma di prenderne atto.

Chissà quanti altri battibecchi dovrà subire la Sicilia, prima di arrivare a una semplice conclusione.

SCEMPIO ETNA: TAGLIATE 2500 QUERCIE - 3 INDAGATI

La Procura della Repubblica di Catania ha aperto una inchiesta sul taglio - avvenuto nella zona 'B' del Parco dell'Etna, in località Piano D'Ario, in territorio di Randazzo - di un bosco di oltre 2.500 querce per trasformare in un vigneto un'area di quattro ettari.

Tre le persone iscritte nel registro degli indagati con l'ipotesi di reato di violazione delle leggi ambientali sulle aree protette e deturpazione di bellezze naturali: l'ingegnere Nino Bevilacqua, 48 anni, presidente dell'Autorità portuale di Palermo, il fattore della tenuta Antonio Minissale e l'agronomo Maurizio Cutrera.

Le indagini, su delega del sostituto procuratore Enzo Serpotta, sono state svolte dal Corpo forestale dello Stato.

12 novembre 2010

Ieri UMBERTO ECO ... ma per me GIARRIZZO è il più " ACCADEMICO " che c'è !!!



Dando uno sguardo, come più volte al giorno mi capita, al canale all-news dell'ottimo Corradino MINEO (RaiNews24...ormai una delle ultime enclaves giornalistiche autenticamente LIBERE e INDIPENDENTI !!!) ho appreso (ieri) della nomina ad " Accademico dei Lincei " di Umberto ECO; Beh ... per carità di patria ... nulla da obiettare sulla nomina del arcinoto Semiologo alessandrino, del quale vi segnalo l'ultimo romanzo " Il cimitero di Praga " (romanzo storico edito da Bompiani, già in libreria dal 29ott2010!!!), però la mia " preferenza assoluta " cade e cadrà sempre sulla figura del Prof. Giuseppe GIARRIZZO !!!
Il Prof. ECO è indubbiamente meritevole di un così illustre riconoscimento ufficiale; non foss'altro per il contributo che, l'autore de " Il nome della rosa " (1980), ha impresso nella travagliata vita culturale italiana: esempio eloquente di ciò che ho appena affermato risale al 1962, quando pubblicò il saggio " Opera aperta "
che, con sorpresa dello stesso autore, ebbe notevole risonanza a livello internazionale e diede le basi teoriche al Gruppo 63, interessante (a mio avviso) movimento d'avanguardia italiano. Degno di nota è anche il suo " impegno politico ": la principale arma ( "intellettuale" si intende!) dell' Umberto ECO " politico " è l' ANALISI CRITICA dei DISCORSI POLITICI e delle COMUNICAZIONI di MASSA; questo impegno è sintetizzato nella metafora della "guerriglia semiologica" dove si sostiene che non è tanto importante cambiare il contenuto dei messaggi alla fonte ma cercare di animare la loro analisi là dove essi arrivano (la formula era: non serve occupare la Televisione, bisogna occupare una sedia davanti a ogni televisore).In questo senso la guerriglia semiologica è una forma di critica sociale attraverso l'educazione alla ricezione (cfr. " La struttura assente" ,1968 pp. 413-8). Ma perché penso che il Prof. GIARRIZZO abbia un quid in + rispetto ad ECO ??? Lo ammetto...trattasi di un quid sostanzialmente emotivo-campanilistico !!! Brevemente cercherò di spiegarvi le MIE ragioni ...
Il Preside/Prof. Giuseppe GIARRIZZO, come già avrete intuito incarna, per quanto mi riguarda, un MITO ASSOLUTO !!!
Per chi come me, ormai da anni, ha la ventura( ma soprattutto la FORTUNA...ve l'assicuro!) di bazzicare per i corridoi dell' ex-Monastero dei Benedettini (dal 1977 sede della Facoltà di Lettere, Filosofia, e Lingue dell' Ateneo di Catania !!!) lo incrocia spesso; a prima vista e considerata la ingiustamente troppo vituperata longevità sicula e/o italiana, potrebbe apparire una sorta di arzillo 80enne che, in qualità della sua ultra-30ennale presidenza di Facoltà, gode di una stanza(ex cella monacale!!!) all'interno del Monastero! I " MALIGNI ", che a Catania e prov. (ahimé!) abbondano, lo considerano (non ho dubbi!) nulla di più di un
" BARONE tardo-medievale " che fino alla morte imperverserà e spadroneggierà nella sua (ex?) facoltà; gli allievi (cioè quasi tutti i miei Prof.!!! n.d.A.), i suoi supporters di varia età, nonché il miglior Establishment catanese invece lo apprezza e lo venera senza eccezioni di sorta; io mi pongo decisamente in posizione mediana rispetto a queste due " categorie " !!! Badate bene ... NON ho affato paura di espormi e conseguentemente di prendere posizione ... ANZI ... riesco a trovare piena soddisfazione solo e soltanto nell'esatto contrario !!!
Più semplicemnte ritengo che al netto dei limiti o difetti dell' Accademico GIARRIZZO, dai quali NON è affatto esente come tutti noi, egli rappresenta e incarna un " mito di eterna giovinezza " CULTURALE, POLITICA, AMMINISTRATIVA
(infatti è stato un brillante vice-Sindaco PSI di Catania nel biennio 1985-86 che, nonostante il tragico Sindaco DC dell'epoca, bloccò tempestivamente lo scempio/abbattimento (ad opera di eredi INDEGNI !!!) della meravigliosa Villa stile Liberty di Corso Italia !!!)
che, ad 83 anni appena compiuti (8 nov, classe 1927), è straordinariamente più giovane e attivo di tanti PLURI-cattedratici 50/60enni i quali disonorano QUOTIDIANAMENTE, con la loro incompetenza, sciatteria e movenze trash, purtroppo da più di un decennio, la mia AMATISSIMA Facoltà di Lettere !!!
AUGURO di cuore lunghissima vita accedemica al Prof. GIARRIZZO, per me " MAESTRO dei MAESTRI ", MIO Accademico dei Lincei preferito e ,soprattutto, ILLUSTRISSIMA Personalità POLITICA della mia SEMPRE amata CATANIA !!!
Se mai mi onorerà di leggere questo mio modestissimo articolo, ill.ssimo Preside GIARRIZZO, accolga una proposta:
" Per il bene di ciò che resta della nostra Città...si candidi alla guida del Comune...un solo anno di una sua sindacatura basterebbe a far rialzare questa martoriata Catania ... ma forse è solo un MIO sogno che, come tale, non si averrerà mai !!! "

Catania, 13 Nov 2010 Bernardo Tutino

RUBY LAVORERA' A CATANIA


Nel corso di un'intervista rilasciata al giornale "Novella 2000", Karima El Mahroug, in arte Ruby Rubacuori, ha espresso la sua voglia di tornare in Sicilia, a Catania in particolare: "da Catania mi hanno proposto di fare l'insegnante di danza del ventre in una palestra. Non ho fatto un corso, credo di averla nel sangue la danza. L'ho imparata da mia madre che è di origini marocchine e non egiziane, come qualcuno ha detto". Inequivocabile il riferimento alla ormai celebre telefonata di Berlusconi alla Questura di Milano.

Nella stessa intervista Karima, raccontando della sua "fuga" verso Milano, ha paragonato il "modo di divertirsi" delle due città: "per una ragazzina, Milano è come l'America per gli immigrati degli Anni '60. Solo che una volta che ci vivi, ti rendi conto che non è tutto oro quello che luccica. A Milano esistono solo le grandi marche, l'apparenza, invece a Catania ti diverti con una pizzetta ed una birra".

LOMBARDO VUOLE ESSERE INTERROGATO


"Chiedo di essere interrogato. Essere sentito da ospiti silenziosi non è più il caso. Non credo che ci sia più da salvaguardare alcuna riservatezza. La vicenda che mi riguarda, ormai da 9 mesi, gira su tutti i giornali, televisioni, siti internet di tutta la Sicilia e di mezza Italia".
Così Raffaele Lombardo ha dichiarato dal suo blog in merito all'indagine della procura di Catania che lo vede tra le persone coinvolte.
"Credo che sia giusto pretendere che una volta per tutte si formi la verità ascoltando il diretto interessato. Ho chiesto formalmente, attraverso una nota del mio legale, di essere interrogato in modo tale da poter rispondere a tutte le domande che la procura della Repubblica intende pormi.
Se dovessi rispondere solo a sette domande, come chiede Repubblica, sarebbe un esame troppo facile e si direbbe che sono stato raccomandato. Quindi non sette ma settanta o, come dicono le Sacre scritture, settanta volte sette". "Intendo rendere conto ai siciliani - continua -, come è giusto, di tutto quello che può riguardare il presidente della Regione, anche attraverso la stampa.

Non sarebbe poi la prima volta. Io ho parlato all'Ars, cioè al popolo siciliano, il 13 aprile e non mi sono sottratto alle domande dei giornalisti sino a quando questa vicenda non ha avuto una prima definizione, intorno a luglio scorso. Adesso leggo nella nota della procura della Repubblica, letta dinnanzi ai giornalisti il 3 novembre, che non è prevista alcuna iniziativa processuale per me; ma, intanto, è iniziato un processo mediatico considerevole. È il momento di porre la parola fine rendendo conto e rispondendo a tutte le domande. Io sono più che disponibile".

"Per il doveroso e sentito rispetto che nutro nei confronti degli inquirenti e della procura, parlerò con i procuratori. Aspetto che si fissi questa scadenza e dopo parlerò ai cittadini attraverso una conferenza stampa".

11 novembre 2010

20 ANNI DI RECLUSIONE AI SICARI DI CAVALERI

http://www.mediterraneonline.it/show_image_NpAdvSinglePhoto.php?filename=/2010/01/CC-arresto.jpg&cat=17&pid=31115&cache=false

20 anni di reclusione ciascuno i due minorenni che il 29 agosto del 2009 parteciparono all'uccisione dell'informatore scientifico Roberto Cavaleri, di 33 anni. Questa la decisione persa dal Gup del Tribunale per i minorenni Alessandra Chierego. La vittima, stando alla ricostruzione compiuta dagli agenti di polizia, davanti al cancello di casa avrebbe reagito al tentativo di rapina della sua auto, una Fiat Bravo, che serviva a un "gruppo di fuoco" per eliminare Maurizio Arena, figlio del super latitante di mafia Giovanni. I sicari sarebbero dovuti entrare in azione subito dopo il furto della vettura, ma la resistenza di Roberto Cavalieri e la sua uccisione fece saltare il piano.

Il movente è stato svelato da Santo Di Fini, 33 anni, collaboratore di giustizia arrestato nell'ambito dell'operazione antimafia "Revenge" e che avrebbe fatto riferimento anche ad un quarto complice, Eros Salvo, di 21 anni. Le posizioni processuali degli imputati maggiorenni non sono state ancora definite.