28 febbraio 2011

MARONI: 100.000 VERSO L'ITALIA. MA IL SINDACO DI MINEO: "NON DA NOI"

Immigrati, l'allarme del ministro Maroni "Centomila persone in fuga verso l'Italia"

L'allarme lo lancia direttamente il Ministro dell'Interno Roberto Maroni. Personalità e carica istituzionale tra le più importanti del Governo Berlusconi: Centomila persone in fuga alla frontiera libico-tunisina, tutti potenziali migranti che nei prossimi giorni potrebbero tentare di raggiungere l'Italia attraversando il Canale di Sicilia a bordo di carrette del mare.

Il Ministro da i numeri dell'emergenza a Catania dove ha incontrato il presidente della Regione siciliana Raffaele Lombardo, il presidente della Provincia Castiglione e i sindaci del comprensorio di Mineo dove il governo vorrebbe ospitare, nel residence degli Aranci, circa 2000 richiedenti asilo per far posto nei centri di accoglienza ai clandestini che dovessero arrivare. Una soluzione che ha suscitato diverse perplessità negli amministratori siciliani ai quali Maroni ha garantito la sicurezza per le popolazioni del territorio e le opportunità di sviluppo che verrebbero da quello che, secondo il governo italiano, dovrebbe essere un modello di accoglienza da esportare in Europa.

"Ho chiesto ai sindaci -ha aggiunto Maroni- di farmi sapere entro 24 ore se c'è la disponibilità a realizzare il Villaggio della Solidarietà oppure no. Perché io devo prendere una decisione, pur potendola comunque prendere essendo un'ordinanza di protezione civile a prescindere, ho voluto il confronto perché voglio che sia una scelta condivisa nell'interesse nostro, delle comunità locali e soprattutto nell'interesse dei richiedenti asilo politico".

Perplessità, quelle dei sindaci non del tutto fugate dalla parole del ministro, come ha confermato il sindaco di Mineo Giuseppe Castania: "Riteniamo che il nostro territorio non possa dare i riscontri che questo progetto richiede. Sebbene si tratti di richiedenti asilo non possono essere obbligati a rimanere. Hanno bisogno di una integrazione socio economica che noi non possiamo dare".

MARONI A CATANIA. LA POLIZIA LO ACCOGLIE, PROTESTANDO

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Il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, e' giunto in prefettura a Catania per partecipare a una riunione con i sindaci dell'area etnea del Calatino sud Simeto per la presentazione del 'Villaggio della solidarieta'' di Mineo per ospitare i migranti. Alla riunione prenderanno parte il prefetto di Palermo, commissario straordinario per l'emergenza immigrati, Giuseppe Caruso, il presidente della Regione Siciliana Raffaele Lombardo e quello della Provincia di Catania, Giuseppe Castiglione.

Davanti alla prefettura, intanto, la protesta dei sindacati di Polizia, che contestano il Ministro per le pochissime risorse destinate dal governo Berlusconi alle forze dell'ordine.

A CATANIA SI SPARA: AGGUATO MORTALE

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Un uomo di 46 anni, Giuseppe Gianguzzo, è stato ucciso a Catania con numerosi colpi di pistola in un agguato avvenuto in via Platania, nel quartiere di San Cristoforo.

Secondo una prima ipotesi investigativa l'agguato potrebbe essere maturato nel mondo criminale della droga. Giuseppe Gianguzzo in passato era stato denunciato per spaccio di sostanze stupefacenti e frequentava esponenti della cosca Santapaola del rione San Cristoforo.

Carabinieri del reparto operativo del comando provinciale di Catania, che indagano sull'omicidio, ritengono probabile che la vittima, assassinata vicino la sua abitazione, conoscesse chi ha sparato. Gianguzzo è stato ucciso con sei colpi di pistola al torace: sul posto non sono stati trovati bossoli e questo fa ritenere agli investigatori che sia stata utilizzata una rivoltella o chi ha sparato era all'interno di una vettura.

Militari dell'Arma stanno ricostruendo la personalità della vittima e stanno interrogando familiari e amici della vittima per ricostruire le sue frequentazioni e se avesse avuto
contrasti con qualcuno.

27 febbraio 2011

BUFERA SULL'ETNA, SALVATI IN 4

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Brutta avventura, la notte scorsa, per quattro escursionisti di Misterbianco e Gravina di Catania che, nonostante le avverse condizioni meteo e le nevicate in corso, ieri sera si erano recati nella zona demaniale bosco della Milia per raggiungere il rifugio Galvarina, dove trascorrere la notte. Secondo la ricostruzione del Soccorso alpino siciliano, anche a causa del freddo di una vera e propria bufera di neve, uno dei tre spossato dal freddo e dalla stanchezza non ce l'ha fatta a proseguire ed i suoi compagni hanno allertato il Soccorso Alpino.
Le squadre dell'Etna, partite immediatamente, hanno faticato non poco a raggiungere il gruppo, vista la tempesta di neve ancora in corso. Comunque intorno all'1 i quattro giovani (C.M., 30 anni, di Misterbianco, C.A., 28 anni, di Gravina di Catania, B.R., 35 anni, di Misterbianco, e A.M., 29 anni, di Misterbianco, quest'ultimo in stato di ipotermia) sono stati raggiunti dai tecnici della Stazione Cnsas di Nicolosi guidati dal capo stazione e medico Giovanni Mazzoleni, dagli uomini del distaccamento forestale di Nicolosi e della stazione Soccorso Alpino Guardia di finanza nella zona del rifugio.

A CATANIA 121 ITALIANI IN FUGA DALLA LIBIA: "MIRACOLATI"


E' arrivata questa mattina nel porto di Catania la nave della marina militare italiana San Giorgio con a bordo 258 persone provenienti dalla Libia. Si tratta di 121 italiani, 39 turchi, 11 messicani, 8 romeni, 7 tedeschi, 7 portoghesi, 6 inglesi, 5 indiani, 4 filippini, 6 belgi, 2 polacchi, 3 algerini, 4 francesi, 1 dalla Tanzania, 1 della Guinea, 1 libico e 4 croati. Gli italiani sono stati trasferiti sui pullman dell'Amt e in giornata lasceranno Catania per le loro citta' di origine.

"Essere riusciti a tornare in Italia per noi è un miracolo, non vedevamo l'ora di tornare perché lì cominciava a essere triste", dice uno dei 121 italiani sbarcati oggi a Catania.

26 febbraio 2011

CATANIA - SEQUESTRATI 1400 KG DI CIBO CINESE AVARIATO

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Millequattrocento chilogrammi di prodotti ittici e alimentari provenienti dalla Cina, trovati in pessime condizioni di conservazione, sono stati sequestrati in un deposito della Zona Industriale di Catania dai carabinieri, che hanno denunciato quattro persone, due italiani e due cinesi.

I militari, supportati da un elicottero, sono arrivati ad un negozio all'ingrosso denominato "Cina mercato" seguendo un autoarticolato proveniente da Prato. A compiere l'operazione sono stati i carabinieri della compagnia di Fontanarossa in collaborazione con il Nucleo antisofisticazione e sanità, il nucleo carabinieri presso l'Ispettorato del Lavoro ed i veterinari dell'Asp 3 di Catania.

I denunciati sono i due gestori dell'esercizio commerciale e i due autotrasportatori, bloccati mentre stavano scaricando la merce, che era occultata tra capi di abbigliamento. Nei confronti dei gestori sono state elevate sanzioni amministrative per 18 mila euro.

Tra la merce sequestrata 42 chilogrammi di meduse, 1.200 chilogrammi tra pesce e carne dei quali non è stato possibile individuare la provenienza perchè privi di etichetta, e 130 chilogrammi di generi alimentari con indicazioni in cinese e prodotti con etichette contraffatte. La merce, molto deteriorata, è stata distrutta su disposizione dell'autorità giudiziaria.

INDAGINE UNICT - 73% DEI RICERCATORI NON TORNERA' IN ITALIA

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Il 73% dei ricercatori italiani all'estero di età compresa fra i 25 e i 40 anni non ha alcuna intenzione di ritornare in Italia. Il 27% rientrerebbe soltanto a determinate condizioni: ricongiunzione della carriera acquisita all'estero, maggiori redditi, migliore gestione delle risorse per la ricerca, maggiori rapporti tra università e impresa.

È quanto emerge da una ricerca, condotta su un campione di 955 persone, presentata al convegno 'Academic brain drain: due facce della stessa medaglia' organizzato all'università di Catania da 13 Lions clubs del distretto 108YB Sicilia.

"L'obiettivo di questa ricerca - ha spiegato il prof. Benedetto Torrisi, ricercatore in Statistica economica - è quello di aprire una finestra di informazione su una tematica attuale e di particolare interesse per la Nazione attraverso le relazioni e le testimonianze di addetti ai lavori".

Il 90% dei 'cervelli italiani in fugà ritiene "non meritocratico" l'accesso ai finanziamenti per la ricerca in Italia. Il 95,7% dei ricercatori che lascia l'Italia lo fa per opportunità di lavoro, le politiche a supporto della ricerca dei Paesi ospitanti e le prospettive di carriera. Su un campione di 3.575 soggetti impegnati in attività di ricerca in Italia, sia strutturati che precari, invece è emerso che la maggiore propensione a emigrare è legate alle fasce basse di età (40% per la classe di età tra i 25 e i 30 anni).

Tra i motivi che scoraggiano l'emigrazione c'è l'attaccamento alla famiglia per l'80% degli intervistati. Ciò che li incoraggerebbe ad andar via, per l'83%, è la maggiore valorizzazione delle proprie competenze, e per il 42% la burocrazia italiana. Solo il 14% ritiene di vivere in un ambiente lavorativo con una alta percezione del benessere organizzativo, a fronte del 90% registrato all'estero.

23 febbraio 2011

SCAPAGNINI, 4 MESI DI RECLUSIONE PER ABUSO D'UFFICIO

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L'ex sindaco di Catania, ed attuale parlamentare del Pdl Umberto Scapagnini, è stato condannato a quattro mesi di reclusione per abuso d'ufficio dai giudici della terza sezione penale del tribunale del capoluogo etneo nell'ambito del processo sulla nomina di un consulente dell'amministrazione comunale. Per lui il pm Antonino Fanara aveva chiesto una condanna a due anni.

Il processo riguarda la nomina di Carmelo Guglielmino, avvenuta nel 2001, con l'incarico di coordinare le attività connesse al rilascio e alla riqualificazione degli spettacoli teatrali dialettali.

Secondo l'accusa la delibera, sottoposta a perizia calligrafica, prevedeva che Guglielmino, che non è mai stato indagato, svolgesse il ruolo a titolo gratuito ed invece per lui sarebbe stati stanziati a titolo di rimborso 14 milioni delle vecchie lire, nove dei quali sarebbero stati incassati.

Secondo l'accusa Guglielmino sarebbe stato legato da "cointeressenze di affari" con la moglie del sindaco, alla quale avrebbe fatto, ha sempre sostenuto la Procura, da autista personale.

NIENTE LICENZE E PATATINE IN PESSIMO STATO: CHIUSI QUATTRO "PANINARI"

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Quattro rivendite ambulanti di panini sospese e una denuncia per detenzione di 90 kg di patatine congelate in pessimo stato di conservazione sono il bilancio di controlli dei militari su decine di esercizi ambulanti effettuato in collaborazione con il locale Nucleo carabinieri Antisofisticazione e il servizio di igiene alimentare dell'Asp. I controlli, da parte dei militari della Compagnia di Piazza Dante, sono stati fatti sul lungomare, in Piazza dei Martiri e in Viale Raffaello Sanzio.

Due delle attività sospese sono risultate totalmente prive di autorizzazione di legge e per esse è stata disposta la confisca di attrezzature e merci. Quattro furgoni utilizzati per la vendita sono risultati privi di assicurazione. I controlli sono in corso e proseguiranno per almeno un mese.

22 febbraio 2011

RACCOLTA DIFFERENZIATA A CATANIA: ISTRUZIONI PER L'USO

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E’ stato presentato oggi il nuovo servizio di igiene urbana e ambientale di raccolta rifiuti a Catania, che sarà espletato dal raggruppamento d'imprese Ipi-Oikos.

Saranno collocati sul territorio 6000 nuovi cassonetti. La ditta aggiudicataria ha l’obbligo di pulirli e disinfettarli regolarmente con scansione settimanale, mantenerli sempre in perfetto stato, oltre a sostituirli se danneggiati o bruciati. I contenitori vecchi e in buone condizioni verranno utilizzati nell’area di pertinenza del Comune di Catania.

La raccolta di “prossimità” prevede la graduale distribuzione alle famiglie catanesi di un kit di sacchetti colorati: giallo (plastica e metallo), bianco (carta), marrone (frazione organica), grigio (rifiuti indifferenziati), il tutto per facilitare il conferimento nei nuovi cassonetti che avranno gli stessi colori delle buste. La corretta selezione dei rifiuti da parte dell’utenza sarà essenziale per il funzionamento del servizio. I cittadini devono collaborare, rispettando le regole e soprattutto collocare i rifiuti prodotti nei sacchetti appositi e poi conferirli nei cassonetti dello stesso colore.

18 febbraio 2011

INCIDENTE SUL LAVORO - GRAVE GIAPPONESE

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E' ricoverato da ieri sera con la prognosi riservata nel reparto rianimazione dell'ospedale Cannizzaro di Catania un tecnico giapponese di 38 anni precipitato da un'altezza di cinque metri durante i lavori di posa di alcuni cavi.

L'incidente è avvenuto all'interno dell'ex Modulo 6 della Stm, che non lo ha da tempo in uso perché è stato ceduto alla 3Sun, la società che produce pannelli fotovoltaici, azienda per conto della quale lavora il tecnico giapponese rimasto ferito. L'uomo ha riportato traumi in varie parti del corpo.

SI INTRAVERSA UN TIR - CAOS E PAURA IN TANGENZIALE

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A causa di un incidente, fortunatamente senza conseguenze per le persone, che intorno alle 9.30 di stamane a Catania ha visto coinvolto un tir che si è messo di traverso all'altezza dello svincolo per San Giorgio, l'Anas ha provvisoriamente chiuso al traffico, in direzione sud, il tratto della tangenziale Ovest della città all'altezza del km 13,200. La Polizia Stradale segnala la presenza di una coda di velicoli lunga circa due chilometri.

Attualmente i veicoli vengono deviati obbligatoriamente all'uscita di Misterbianco. Sul posto è intervenuto personale dell'Anas e della polizia stradale per consentire la riapertura del tratto stradale nel più breve tempo possibile.

MULTISERVIZI: LA PROTESTA BLOCCA IL CONSIGLIO

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Tranquilla, ordinata, ma non per questo meno forte e decisa. Questa è stata la protesta dei dipendenti della Multiservizi, che hanno costretto lo scioglimento della seduta del Consiglio Comunale di Catania, seduta che aveva appena avuto inizio e che si era proposta di discutere delle concessioni per gli impianti sportivi catanesi. Al termine della seduta, dunque, numerosi consiglieri comunali hanno discusso con i lavoratori della Multiservizi.

In breve la questione: in passato a svolgere l'attività di pulizia delle scuole del catanese era la Multiservizi, di proprietà del Comune di Catania. La Dussman Service (azienda lombarda) ha invece vinto la gara d'appalto, ma non disponendo di sufficiente personale, assumerà del personale della Multiservizi. Il Ministero dell’Istruzione, però, fa sapere ai dirigenti scolastici della riduzione delle spese per le pulizie. Qui il nodo. A questo punto, infatti, la Dussman potrà garantire solo contratti di un massimo di 12 ore settimanali, con uno stipendio dunque che difficilmente supererà i 300 euro al mese.

Al Sindaco Stancanelli e alla sua Giunta (appena integrata), quindi, il compito di dimostrare di essere in grado di venire incontro alle legittime speranze di questi cittadini catanesi.

16 febbraio 2011

MARONI A CATANIA: «I RIFUGIATI? A MINEO»


Pare proprio che sarà realizzato in provincia di Catania, a Mineo, nel residence in passato utilizzato dai militari della base Nato di Sigonella, un nuovo centro per ospitare i migranti sbarcati a Lampedusa. Lo ha annunciato il ministro dell'Interno Maroni partecipando ad un incontro nella Prefettura etnea organizzato per fare il punto sull'emergenza. La struttura dispone di 1800 unità abitative e può ospitare 7 mila persone. Maroni, dopo la visita fatta al sito in compagnia del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, giunto a Catania ha spiegato che «L’idea di realizzare un Villaggio della solidarietà nel residence degli Aranci a Mineo è venuta al premier». Il responsabile del Viminale ha aggiunto che servono «48 ore di tempo per fare le necessarie valutazioni». L’idea del governo sarebbe quella di ospitare a Mineo tutti i richiedenti asilo, anche quelli, circa 4 mila, attualmente distribuiti nei Cara (i Centro di accoglienza per richiedenti asilo) di tutta Italia. «Abbiamo pensato che la struttura può essere meglio utilizzata per i rifugiati piuttosto che per i clandestini», ha detto il ministro dell'Interno.

La visita a Mineo ha anche portato pesanti polemiche di profilo istituzionale. La critica arriva direttamente da Giuseppe Castania, Sindaco di Mineo: «È stata una scortesia istituzionale non avere invitato quella che, in seguito a due decreti emanati dal ministro Roberto Maroni, è la massima autorità locale per la sicurezza: il sindaco». «Io ho partecipato, in disparte all’incontro», ha aggiunto Castania, «soltanto perché saputo dell’iniziativa sono venuto qui di mia spontanea volontà. Era un mio dovere e diritto esserci perchè la priorità che nostra comunità chiede è la sicurezza, e lo Stato deve darci questa garanzia».

Il Presidente del Consiglio Berlusconi non ha preso parte alla conferenza stampa ed è rapidamente rientrato a Roma, probabilmente per occuparsi della vicenda giudiziaria e politica che lo sta coinvolgendo in prima persona.

15 febbraio 2011

STANCANELLI CHIEDE SOLDI AL GOVERNO

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E' di oggi una nota dell'amministrazione comunale di Catania sulla condizione delle casse comunali. Negli ultimi giorni la stampa aveva lanciato l'allarme sulle difficoltà delle casse di Catania. Oggi una nota dell'amministrazione Stancanelli, che prova a gettare acqua sul fuoco:

"Va anzitutto chiarito che i conti del Comune di Catania sono in perfetto equilibrio e che la provvisoria condizione di difficoltà di cassa dell’Ente è da attribuire a fattori esterni alla gestione, che è rimasta inflessibile e rigorosa nel tagliare gli sprechi e rimuovere le inefficienze.

In realtà, vi è la necessità che il Governo nazionale proceda urgentemente alla attribuzione ai Comuni italiani della prima tranche dei trasferimenti erariali.

Una circostanza legata ai tempi di approvazione del decreto delegato in materia di federalismo municipale che, secondo una stima dell’Anci, non potrà entrare in vigore prima di maggio col serio rischio che in attesa del federalismo municipale i Comuni rischiano di non ricevere risorse per i primi sei mesi dell’anno. Una segnalazione che già è stata fatta dal Presidente dell’ANCI e sindaco di Torino Sergio Chiamparino, che in merito ha scritto una lettera ai Ministri dell’Interno Roberto Maroni, dell’Economia Giulio Tremonti, della Semplificazione Normativa Roberto Calderoli, dei Rapporti con le Regioni Raffaele Fitto. Un argomento che in questi giorni vedrà impegnato anche il sindaco di Catania, che è anche Senatore della Repubblica, con una serie di incontri sia in sede parlamentare che di governo, per trovare una soluzione positiva alla vicenda, in considerazione degli effetti disastrosi che la mancata attribuzione di risorse ai Comuni provocherebbe sui territori.

Per la normativa vigente gli Enti Locali, infatti, hanno diritto a vedersi attribuita la prima quota dei trasferimenti erariali che saranno poi oggetto di “fiscalizzazione” con l’approvazione definitiva del decreto legislativo. Il sindaco Stancanelli si associa quindi alla richiesta del presidente dell’Anci relativa all’ attribuzione della prima tranche dei trasferimenti erariali, rimandando a un momento successivo l’eventuale calcolo del conguaglio."

14 febbraio 2011

SUDPRESS NEL CAOS.

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Condorelli si dimette, Condorelli viene licenziato. Condorelli non ha padrini politici, Condorelli è fascista. Il “caso” Sud piomba pesantemente sulla scena del panorama editoriale siciliano. Il free press catanese, nato da nemmeno sei mesi, è in questo momento nell’occhio del ciclone. A duellare da una parte troviamo l’ormai ex direttore Antonio Condorelli e dall’altra la società editoriale, la Editori Indipendenti srl, costituita da Pierluigi Di Rosa e Alessandro Basile.

I fatti. Lo scorso 24 gennaio Sud racconta la vicenda di Rita Cinquegrana Gari, assessore della giunta Stancanelli e sovrintendente del teatro Massimo Bellini. L’articolo sottolineava il presunto conflitto d’interesse intercorrente tra le cariche del neo assessore e il ruolo del marito Edoardo Gari, presidente aggiunto dell’ufficio Gip. Secondo Sud il giudice Gari potrebbe essere “condizionabile” relativamente ad alcune indagini della Procura sul Comune di Catania. L’otto febbraio scorso Antonio Condorelli ha preso le distanze da un’associazione, chiamata “Amici di Sud”, che aveva presentato un esposto al Csm sulla vicenda Gari. “Comunico di non essere a conoscenza dell’esistenza di questa associazione”, aveva dichiarato il direttore.
E tre giorni dopo Condorelli annuncia l’intenzione di lasciare il timone del giornale. Il giorno successivo compare su Sudpress.it un comunicato dell’associazione “Amici di Sud”, presieduta dall’avvocato Renata Saitta, che viene accolto con “gratitudine” dagli editori.

La rottura. L’esplosione della guerra mediatica tra editori ed ex direttore arriva quando Condorelli spiega, attraverso una mail, che il file con le richieste dell’associazione “Amici di Sud” è di “proprietà” di Antonio Fiumefreddo. Gli editori rispondono stamattina dalle colonne di Sudpress ripercorrendo il passato politico di Condorelli, manifestando il loro stupore nell’apprendere le cariche ricoperte dal giornalista all’interno della Fiamma Tricolore. Per gli editori, che dicono di essere venuti a conoscenza del fatto circa dieci giorni addietro, è impossibile proseguire il rapporto.

Le reazioni. Antonio Condorelli ci risponde al telefono con il solito tono di voce sereno. “Per me il giornalismo non deve essere strumento della politica e ho rotto con Sud per l’esposto dell’associazione sulla vicenda Gari. Chiesi subito chiarimenti agli editori e loro mi risposero che non ne sapevano nulla e avevamo concordato di fare un esposto alla polizia postale”. “Quando ho scoperto – continua Condorelli – che l’autore del documento dell’associazione era Fiumefreddo ho preso subito le distanze. Fiumefreddo è la stessa persona che fu sostituita dalla signora Gari alla sovrintendenza del teatro e non volevo essere strumentalizzato politicamente”.

Sul suo passato politico l’ex direttore di Sud non nasconde nulla. “Non ho mai avuto incarichi o prebende per la mia militanza. Da quando, nel 2006, ho iniziato a scrivere non ho mai avuto più incarichi nella Fiamma. E non sono mai stato parziale: ho scritto per testate di sinistra e ho avuto stretti contatti con Pierpaolo Montalto e Orazio Licandro, entrambi di Rifondazione, per le mie denunce giornalistiche”.

Gli editori. Pierluigi Di Rosa ci risponde con tono concitato. “Siamo davvero sotto shock per avere appreso la storia politica del nostro ex direttore”. Ma poi sposta il tiro su alcune divergenze sulla linea editoriale: “Antonio ci esponeva a maldicenze perché, nonostante glielo avessimo chiesto, non pubblicava degli intrecci del gruppo Firrarello – Castiglione. Passavamo come il giornale “contro Lombardo”. La storia degli “Amici di Sud” è stata presa a pretesto da Antonio per giustificarsi”. Sul ruolo dell’avvocato Fiumefreddo l’editore di Sud spiega che “all’inizio non eravamo a conoscenza delle azioni dell’associazione, ma è chiaro che l’avvocato sarà uno dei suoi animatori, in quanto il pezzo sulla Gari nasce proprio da una sua denuncia”. “Antonio Condorelli – spiega Di Rosa – al quale voglio bene deve dire che sapeva del ruolo di Fiumefreddo, con il quale quotidianamente si vedeva. E deve dire anche che non ha pubblicato inchieste sulla situazione dello Iacp e dell’Ospedale Garibaldi”.

Il personaggio. Antonio Fiumefreddo, vicino al sottosegretario del governo Berlusconi Enzo Scotti, è un avvocato che si è spesso impegnato in politica. Prima come assessore nella giunta Scapagnini e poi con una lista civica proprio contro l’ex sindaco di Catania. Ha in seguito appoggiato Raffaele Lombardo, divenendo anche suo legale, ed è divenuto in quota Mpa, sovrintendente del teatro Massimo Bellini. Dopo un vespaio di polemiche sulla sua gestione fece un passo indietro e litigò anche con Lombardo. E’ stato lui a consigliare agli amici editori il nome di Condorelli ed è lui uno degli animatori dell’associazione che sostiene il giornale.

Fonte: livesicilia.it

SE NON ORA QUANDO? VIDEO DELLA MANIFESTAZIONE A CATANIA

13 febbraio 2011

SE NON ORA QUANDO? CATANIA - LE PRIME FOTO

Fotoracconto di SE NON ORA QUANDO? CATANIA. Per mandarci le tue foto mandale a osservatoriocatania@gmail.com o lasciale nella bacheca della nostra pagina su Facebook.

SE NON ORA QUANDO? A CATANIA ENORME PARTECIPAZIONE, TRA FLASH MOB E CORTEO


Tocca anche Catania la manifestazione "Se non ora quando?", giornata di mobilitazione nazionale delle donne cui hanno aderito numerose associazioni tra le quali CGIL, UDU, Città Insieme, Dance Attack, Open Mind, Rete catanese Antirazzista, Arci, Popolo Viola, Comunità Santi Pietro e Paolo e numerosi esponenti di partiti quali Partito Democratico, Italia dei Valori, Comunisti Italiani, Sel, Rifondazione Comunista, Movimento cinque Stelle e Giovani Democratici, che si sono fatti promotori del Flash mob che ha dato avvio alla manifestazione. Tutto ha avuto inizio dunque alle 10.30, con un flash mob affollatissimo di fronte alla Villa Bellini. Al fischio tutte e tutti i partecipanti hanno alzato verso il cielo un cartello con scritto: "Questo non è un Paese per Donne" precedentemente distribuito, sottoponendosi per circa un minuto alle fotografie di rito. In seguito, un lunghissimo corteo che, conclusosi poco prima delle 13, ha portato i tantissimi partecipanti (almeno 2000 tra uomini e donne) fino a Piazza Università.

Seguono aggiornamenti e un'ampia galleria fotografica della mattinata.

10 febbraio 2011

IL MANIACO SESSUALE DEL MONASTERO DEI BENEDETTINI

http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/7/76/Catania_Monastero_Benedettini.jpg

Che incluso nel pacchetto studio ci fosse compreso anche il "corso pratico di (in)educazione sessuale" le studentesse delle facoltà di Lettere, Filosofia e Lingue e Letterature straniere di Catania non ne erano al corrente. Lo sa bene Anna, chiameremo così la vittima della spiacevole vicenda svoltasi tra le mura del secondo piano dell'ex Monastero dei Benedettini di Catania lunedì scorso, che si sarebbe ritrovata davanti un uomo con l'organo sessuale scoperto mentre affannosamente si stava dedicando ad atti di autoerotismo all'interno del bagno delle donne.

Stando alle dichiarazioni della ragazza, erano le ore 13:15 circa quando l'uomo avrebbe aspettato che la studentessa fosse uscita fuori dalla toilette per attenderla nell'area adiacente al wc (dove sono posizionati i lavabo, rigorosamente all'interno del bagno femminile) e si sarebbe avvicinato con aria minacciosa dicendole frasi oscene e offensive tenendo il membro nudo in mano. «Ero da sola, l'ho strattonato gridandogli "Porco schifoso!" e sono uscita con il cuore in gola in cerca di un addetto alla sicurezza, ma non ho trovato nessuno» così Anna ci racconta ancora scossa la sua esperienza. Non ha intenzione, però, di denunciare agli organi di competenza l'accaduto «sarebbe uno spreco di carta e penna - afferma duramente - una denuncia che finirebbe in una pila di fogli e in archivio. La vera denuncia è far in modo che si sappia pubblicamente cosa è successo, come avverrà, mi auguro, attraverso questo articolo». Anna riconoscerebbe l'uomo, lo descrive magro, biondo con gli occhi azzurri, alto 1,75 cm, intorno ai 20 anni.

La notizia ha già fatto eco, e grande è la solidarietà dimostrata da colleghi e docenti, tutti consapevoli della mancanza di sicurezza all'interno di una struttura universitaria che ogni giorno accoglie non solo i propri iscritti, ma anche studenti di altre facoltà universitarie, intere scolaresche in gita d'istruzione, turisti e semplici curiosi ai quali è permesso girovagare senza alcun tipo di controllo. All'interno di un forum universitario enorme è lo sconcerto di chi soprattutto frequenta ogni giorno quell'edificio e potrebbe essere un'altra vittima. Come lo è stata Grazia, un nome falso che utilizziamo per tutelare un'altra studentessa che appena pochi mesi fa avrebbe vissuto sulla sua pelle un altro episodio allarmante.

«All'inizio di settembre un signore di circa 40 anni mi si avvicinò, ero seduta su una panchina posizionata in uno dei corridoi centrali della facoltà, e mi fece un complimento relativo alle scarpe - racconta la giovane - poi in modo insistente mi chiese di toglierle per sodomizzarmi i piedi. Fortunatamente gli squillò il cellulare e me ne andai sola per la facoltà deserta e silenziosa».

Racconti inquietanti, voci di chi vorrebbe semplicemente essere tutelato all'interno di un luogo che dovrebbe essere confortante e sicuro. «Dovremmo fare in modo che i soldi spesi per cose inutili - sostengono in molti - si spendano per cose utili visti i tagli, magari per un servizio di sicurezza». I consiglieri di facoltà dicono di aver già segnalato l'accaduto in Presidenza e promettono di fare in modo di ottenere dei provvedimenti quanto più immediati affinché il diritto allo studio vada di pari passo con il diritto alla sicurezza.


Fonte: Liveunict.com

09 febbraio 2011

IKEA A CATANIA - 308 ASSUNZIONI

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Un organico di 308 persone, con un indotto di un centinaio di addetti alle funzioni di sicurezza, pulizie, animazione, trasporti e montaggi, le 769 maestranze del cantiere di costruzione del negozio e 1,2 milioni di euro di tributi pagati in Sicilia. Sono le cifre del negozio Ikea che tra un mese esatto, il 9 marzo, aprirà a Catania, primo punto vendita siciliano della catena svedese di mobili.

In questo mese che precede l'apertura partiranno le convocazioni degli ultimi selezionati di un lungo percorso iniziato lo scorso 20 settembre e che ha visto 47.312 curricula ricevuti e circa 2.000 candidati incontrati con selezioni di gruppo e personali.

Di questi 308 il 78% è a part time, con una media settimanale di 23 ore, pari a una retribuzione di circa 750 euro netti al mese. La tipologia di contratto vede 66 occupati a tempo indeterminato, 187 a tempo determinato, 7 con apprendistato e 47 con un tirocinio collegato a un progetto del ministero del Lavoro a favore dei giovani del Sud.

I siciliani assunti sono pari all'85% della forza lavoro. Il 15% è rappresentato da colleghi provenienti da altre realtà di Ikea in Italia, qui per formare e trasmettere competenza. Alta la percentuale di laureati, pari al 31%, mentre l'età media si attesta sui 29.8 anni. La componente femminile è il 50.5%.

Ikea prevede inoltre che "l'Isola beneficerà di una ricaduta fiscale presumibilmente non inferiore al milione e duecentomila euro annui, di cui il 34% a favore del Comune di Catania e limitrofi per Tia, pubblicità, Ici e addizionale Irpef, e il restante 66% alla Regione Sicilia".

A queste voci, si sottolinea dalla società svedese, "si devono poi sommare i quasi due milioni di euro per oneri di urbanizzazione, relativi ai lavori di viabilità sull'Asse di spina comunale, pari a 1.340.000 euro, e quelli sulla strada provinciale 55, pari a 600.000 euro".

08 febbraio 2011

NIENTE CERI E BRACIERI? L'ORDINANZA INUTILE DEL SINDACO DI CATANIA


L'incredibile distanza tra parole e realtà ha trovato un'altra interessante applicazione pratica nella festa di Sant'Agata di Catania, la notte del 5 Febbraio 2011. Il Sindaco Stancanelli si era espresso duramente contro eccessivi utilizzi di cera (se non in punti previsti), contro bracieri e bombole del gas disposte senza sicurezza, senza controlli, lungo tutto il percorso della Nostra Santa e della sua processione.

Semplicemente, tutte parole. Solo parole. Per tutto il percorso della festa, lungo tutta Via Etnea, davanti alla Villa Bellini, fino in Piazza Cavour bracieri accesi, salsicce, polpette e fette di carne erano in bella mostra, e torronai. Tutto in vista, tutto alimentato da bombole del gas senza controlli, senza alcuna traccia di sicurezza. Tutto, a pochi metri dal passaggio di enormi ceri accesi.

In certi casi, il buon senso può dare una mano. Non sai come far rispettare un'ordinanza? Non la fare. Che poi si finisce a pensar male.

Poi si finisce col pensare che ci si voleva pulire la coscienza con quattro parole in un foglio di carta e senza risolvere i problemi.

06 febbraio 2011

COMMISSIONE STATUTO - IL CURIOSO CASO DELL’ATENEO NELL’ETNEO

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Pubblichiamo una nota ricevuta dai Giovani Democratici sulla composizione della Commissione Statuto dell'Ateneo di Catania, che per le sue modalità sta tanto facendo discutere studenti e docenti dell'Ateneo negli ultimi giorni.


"Dopo il Decreto Gelmini e il suo catastrofico impatto sulle finanze dell’istruzione pubblica, siamo destinati a sorbirci anche l’omonima riforma, avente ad oggetto la “governance” universitaria - ossia, in povere parole, le regole con cui l’università nomina i suoi rappresentanti e discute, appunto, del suo auto-governo – diventata in dicembre 2010 legge dello stato. Come viene riformata questa governance, e quindi in sostanza la democrazia universitaria? Come abbiamo più volte detto, tra le novità più rilevanti c’è la totale distruzione di tutti i meccanismi di elezione democratica con cui le varie categorie (docenti, ricercatori, studenti, personale, etc.) potevano scegliere i propri rappresentanti e portare le proprie istanze a chi gestiva economicamente l’ateneo, cioè il Consiglio d’Amministrazione. Dopo la Riforma Gelmini nulla di tutto ciò è più previsto espressamente dalla legge e quindi garantito, tutelato o obbligatorio per la legge stessa. Sulla figura del rettore si concentra una amplissima parte dei poteri politici dell’università tra cui, significativamente, quello di nominare i possibili candidati per le “Commissioni Statuto” , cioè quei gruppi di persone che riscriveranno le regole interne dell’università; più precisamente, i rettori potranno nominare i candidati che dovranno essere votati dal Senato Accademico per quanto riguarda i dodici membri scelti tra docenti, ricercatori e personale, mentre nulla si dice dei soli due membri che dovranno essere scelti dagli studenti (tuttavia, la Riforma Gelmini stessa sancisce sia in lettera che in spirito che i poteri non espressamente assegnati sono da intendersi di competenza del Rettore stesso).

Da questa poco incoraggiante premessa, molti rettori nei vari atenei d’Italia hanno colto l’occasione per dare prova della loro avversione a questa riforma, annunciando l’intenzione di fare di queste “Commissioni Statuto” un’occasione per salvaguardare quanto più possibile della preesistente democrazia universitaria – quantunque chi scrive non sia del tutto convinto, data la presenza numericamente ridottissima e quindi quasi simbolica degli studenti negli organi rappresentativi, che le regole preesistenti fossero le migliori possibili, tralasciando altre pesantissime ombre sul precariato della ricerca e sulle cosiddette baronie accademiche.

Catania, come spesso accade, ha costituito un caso a parte in cui al contrario, il rettore si è preso ogni possibile spazio offerto dalla Riforma Gelmini per esercitare un vero e proprio potere di Imperio sulla Commissione Statuto. Si tratta, è giusto ricordarlo, di un Ateneo contraddistinto in questi ultimi due anni dalla gestione singolare del Magnifico Rettore prof. Antonino Recca che in svariati casi ha non tanto e non solo bypassato il dialogo con le varie categorie e in particolar modo con studenti e ricercatori, ma anzi ha deliberatamente provocato e sfidato queste categorie non solo ignorando, ma anche sbeffeggiando apertamente anche le più miti e modeste richieste su una infinita lista di casi che, nel frattempo, per la loro gravità hanno spesso reso l’Ateneo tristemente famoso in tutta Italia: la protesta dei ricercatori, il cosiddetto “Scandalo di Farmacia”, il Caso Rossitto, la “Questione Lingue”, la richiesta di chiarimenti sulle (ormai dichiaratamente schierate) “liste del rettore” alle elezioni studentesche, l’aumento delle tasse universitarie, insomma una lista senza fine di episodi in cui il rettore ha tenuto un atteggiamento inspiegabilmente autoritario e denigratorio.

Inspiegabilmente, per lo meno, fino ad oggi. Alla seduta del Senato Accademico del 31 Gennaio 2011 il prof. Recca ha ben pensato di presentare una lista bloccata di dodici membri aprendo la discussione con l’esplicita dichiarazione che le candidature non erano discutibili e che il punto non era rinviabile: l’unica cosa possibile era votare in blocco a favore o contro le liste dopo una breve dichiarazione di voto. Questo ha suscitato le reazioni contrarie di ben quattro Presidi di Facoltà tra cui uno, ossia il prof. DiCataldo che presiede alla Facoltà di Giurisprudenza dove chi scrive ha l’onore di studiare, ha anche sollevato delle obiezioni sulla regolarità della procedura, alle quali Recca ha risposto che della procedura si occuperanno in seguito i suoi legali, senza che ciò possa in alcun modo rallentare la procedura stessa. A seguito della seduta, dove il Senato ha votato con una maggioranza risicata la lista bloccata proposta, Recca ha proseguito l’opera nominando in maniera unilaterale anche i due studenti, componendo quindi in sostanza in maniera totalmente autocratica l’intera Commissione Statuto, scegliendoli tra le file degli esponenti di spicco di Alleanza Universitaria e Popolo degli Studenti. Inutile precisare che molti dei nominati sono stati scelti in base a criteri politici assolutamente palesi, emblematica la nomina di uno dei pochi ricercatori che non abbia protestato contro il Decreto Gelmini né contro la Riforma Gelmini.

Che razza di statuto possa redigere una commissione così composta è tutto da vedersi. Ma una totale obliterazione di tutte le forme di rappresentanza universitaria che non siano direttamente tutelate dalla legge (e quindi: la soppressione di tutti gli organi rappresentantivi fatto salvo il CDA) non sorprenderebbe di certo, e anzi sarebbe la naturale conclusione del mandato di un rettore da sempre distinto per un sorridente e burlesco disprezzo per qualsiasi forma di dialogo o confronto."


Matteo Flamigni

Giovani Democratici Città di Catania

02 febbraio 2011

STANCANELLI CAMBIA ANCORA - TERZA GIUNTA

http://www.messinaweb.tv/wp-content/uploads/2011/01/stancanelli-500.jpg

Piove a Catania. Non è un buon segno per la nuova Giunta di Raffaele Stancanelli. Cambia ancora, nella speranza che cambi qualcosa. Il Sindaco di Catania (e Senatore della Repubblica) giura che non si tratta di un rimpasto.
Eppure, l'inserimento di quattro nuovi assessori in giunta, rigorosamente ripartiti tra MPA e PdL, somiglia tanto ad un'operazione di vecchia politica, soprattutto alla luce della dimensione dei gruppi consiliari delle due formazioni politiche (i gruppi più numerosi del Consiglio).
Solo qualche mese fa, dal Sindaco era giunta una dura accusa ai partiti. Una giunta tecnica, fuori la politica dal palazzo. Adesso pare che la politica ci sia rientrata dalla porta principale, nel Palazzo.
Cambierà davvero qualcosa?

Ecco i nuovi assessori della Giunta Stancanelli:

Ottavio Vaccaro (Sport e politiche giovanili) PdL

Vittorio Virgilio (Scuola e università) PdL

Sebastiano Arcidiacono (Lavori pubblici e manutenzione) Mpa

Massimo Pesce (Polizia municipale) Mpa

01 febbraio 2011

UCCISO A PUGNI MENTRE ASPETTA L'APERTURA DELLA POSTA

http://www.giornaledelcilento.it/upload/poste_3.jpg

A Caltagirone, in provincia di Catania, la notte scorsa, un uomo di 50 anni G. M. e' stato ucciso a calci e pugni e anche a colpi di tronco d'albero mentre attendeva l'apertura dell'ufficio postale per prelevare la pensione della madre. La vittima era solita ogni mese attendere la notte davanti all'ufficio postale per essere tra i primi a entrare onde evitare le code agli sportelli. Gli agenti durante la notte, con l'accusa di omicidio, hanno arrestato due giovani, W. S. di 22 anni e M. N. di 26 che secondo gli investigatori avrebbero agito a scopo di rapina. La vittima e' stata trovata agonizzante dopo l'aggressione subita intorno all'1 di notte da una volante avvertita da un cittadino. L'uomo e' stato soccorso da un'ambulanza ma e' deceduto dopo il ricovero in ospedale.