Zitti tutti, parla la "cricca" Catanese. Così è stato ribattezzato il gruppo di funzionari e politici al centro dello scandalo sugli appalti dei Servizi sociali pubblici, sulla quale ha aperto un'inchiesta la Procura. L'inchiesta ha portato 16 arresti.
Davanti al Gip Francesco D'Arrigo e al pm Lucio Setola, Isaia Ubaldo Camerini, il coordinatore del distretto socio-sanitario e responsabile del settore amministrativo dell'assessorato ai Servizi sociali del Comune di Catania, ha ammesso parte delle accuse contestate. Per questo il giudice per le indagini preliminari ha disposto per lui gli arresti domiciliari.
Stesso trattamento potrebbe arrivare per il referente politico di Camerini: l'allora assessore ai Servizi sociali della giunta di Centrodestra guidata da Umberto Scapagnini al Comune di Catania, Giuseppe Zappalà.
Anche lui ha ammesso parte delle colpe attribuitegli. Per lui il suo legale ha richiesto arresti domiciliari per la posizione attenuata e per le gravi condizioni di salute.
Le indagini del Nas ipotizzano che ai Servizi sociali di Catania si fosse creata gestione autonoma degli appalti di gara con numeri di protocollo lasciati liberi con la dicitura "riservato al direttore", gare su "misura" nei confronti di un vincitore già designato e gettoni di presenza "fuori mercato" per i componenti delle commissioni.
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