12 luglio 2010

SENATO ACCADEMICO: "GARANTIRE I RICERCATORI UNIVERSITARI".

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Individuare specifiche misure destinate agli attuali ricercatori a tempo indeterminato, che prevedano la chiamata diretta di un congruo numero di essi alla fascia superiore di professore associato dopo aver ottenuto l'idoneità nazionale, entro i prossimi sei anni, cioè prima che si concluda il percorso formativo dei ricercatori a tempo determinato.

È "l'auspicio" espresso dal Senato accademico dell'università di Catania che esprime "piena convinzione sull'urgenza di definire comunque uno stato giuridico dei ricercatori universitari a tempo indeterminato".

Nel documento, che parla della legge Gelmini, il senato accademico di Catania sottolinea la necessità, da parte del legislatore, di riconoscere ai ricercatori "i ruoli che effettivamente svolgono e svolgeranno all'interno delle facoltà". Per questo nel documento su auspica la creazione di una "nuova figura di ricercatore a tempo determinato, un reale chiaro percorso che preveda, dopo il conseguimento di un'idoneità nazionale alla docenza, l'obbligo dell'ateneo di provvedere ad un inserimento in ruolo, onde evitare la costituzione di una nuova forma di precariato".

Nel documento si contesta anche "la previsione che il rettore possa essere estraneo all'università che è chiamato a reggere" e quello che è definito "il permanente squilibrio, del rapporto tra Senato Accademico e Consiglio d'amministrazione, a danno del primo, cui viene affidato sostanzialmente solo una funzione consultiva di formazione di pareri e proposte".

"Il mancato accoglimento di queste richieste - conclude il Senato accademico di Catania - potrà generare dinamiche complesse che potrebbero precludere la sostenibilità dell'offerta formativa per i prossimi anni accademici, il reale funzionamento del sistema e la sua capacità di contribuire alla crescita sociale ed economica del paese e delle regioni".

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