«Non cerco il lusso o le comodità, ma una casa, la casa che mi spetta».
Graziella e i suoi abitavano fino a tre anni fa in affitto a Librino: due vani e mezzo in un palazzone di case popolari, per 300mila lire al mese, divenute poi 150 euro mensili. «Quando il contratto è scaduto, la padrona di casa però mi ha chiesto 550 euro al mese per rinnovarlo. Ma dove prendere questi soldi?».
La famiglia tenta di opporsi allo sfratto: il marito, colpito da plurimi infarti è appena uscito da un delicato intervento di angioplastica quando arriva l'ufficiale giudiziario per eseguire il provvedimento. «Mi sono disperata - racconta Graziella - non sapevo dove andare. E come pagare una nuova casa?».
Una situazione grave che potrebbe risolversi se a Catania non ci fosse l'emergenza-casa. La signora Graziella, infatti è utilmente collocata nella graduatoria 2000-2002 «e dunque - dice - sarei legittima assegnataria di un alloggio».
Di più, la salute malferma del marito e la condizione economica familiare (l'unica entrata certa è la pensione di invalidità di 260 euro al mese) hanno fatto guadagnare altri punti preziosi nella graduatoria dei disperati. «Ma di quali case parliamo? Mi dicono che ci sono alloggi da rifinire, ma quando? Non ce la facciamo più ad aspettare. E mio marito - conclude - ha diritto di morire nel suo letto in una casa vera».
fonte: La Sicilia
Graziella e i suoi abitavano fino a tre anni fa in affitto a Librino: due vani e mezzo in un palazzone di case popolari, per 300mila lire al mese, divenute poi 150 euro mensili. «Quando il contratto è scaduto, la padrona di casa però mi ha chiesto 550 euro al mese per rinnovarlo. Ma dove prendere questi soldi?».
La famiglia tenta di opporsi allo sfratto: il marito, colpito da plurimi infarti è appena uscito da un delicato intervento di angioplastica quando arriva l'ufficiale giudiziario per eseguire il provvedimento. «Mi sono disperata - racconta Graziella - non sapevo dove andare. E come pagare una nuova casa?».
Una situazione grave che potrebbe risolversi se a Catania non ci fosse l'emergenza-casa. La signora Graziella, infatti è utilmente collocata nella graduatoria 2000-2002 «e dunque - dice - sarei legittima assegnataria di un alloggio».
Di più, la salute malferma del marito e la condizione economica familiare (l'unica entrata certa è la pensione di invalidità di 260 euro al mese) hanno fatto guadagnare altri punti preziosi nella graduatoria dei disperati. «Ma di quali case parliamo? Mi dicono che ci sono alloggi da rifinire, ma quando? Non ce la facciamo più ad aspettare. E mio marito - conclude - ha diritto di morire nel suo letto in una casa vera».
fonte: La Sicilia
1 commento:
e' davvero uno schifo questa situazione che ce a catania ,anche io mio marito e una bambina di un anno non sappiamo dove andare con questi alloggi di emergenza che non esistono e nessuno che aiuta.anche le autorita non sanno che fare
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