Finalmente riapre dopo quasi quattro anni, di questi ben due anni di ritardo rispetto al 2008, la Villa Bellini. Ricordiamo che il sopralluogo effettuato lunedì scorso su esplicita e pubblica richiesta del Comitato SOS Villa Bellini si è limitato, senza peraltro potere approfondire quasi nulla, solo ad un terzo della Villa dunque su tutto il resto non possiamo esprimerci: a chiunque fosse stato presente (e poi basterebbe rivedere i servizi televisivi realizzati dalle varie tv locali) è chiaro che i lavori sono lontani dall’essere completabili entro il 23 settembre e dunque non si capisce perché l’Amministrazione abbia voluto forzare per anticipare l’apertura della Villa prima del suo reale completamento: forse vi è di mezzo l’Unione Europea e i vincoli imposti per il restauro della Villa? Un ulteriore rebus che si aggiunge alle 11 domande senza risposta!
Se il progettista non c’è riuscito con l’enorme contenitore per giochi d’acqua che avrebbe stravolto lo spazio centrale calpestabile della villa c’è invece riuscito, per quanto abbiamo potuto vedere durante il sopralluogo, stravolgendo l’assetto storico delle due colline e dell’occhio del labirinto ipogeo di quello che fu il giardino Biscari. Stravolgimenti che non solo contrastano con quello che era e deve essere l’assetto architettonico e botanico della villa ma con lo stesso progetto esecutivo che poi dovrebbe essere quello bandito dalla gara d’appalto. Il tutto certamente, non potrebbe essere altrimenti, senza avere avuto il beneplacito e le dovute autorizzazioni della Sovrintendenza di Catania e dell’Assessorato regionale ai Beni culturali oltre che dall’UE..
Un vero e proprio restauro shock !
COLLINA NORD, SPIAZZALE CENTRALE E MOSAICI
Iniziamo dalla collina nord, dove sorgeva la Casina cinese data alle fiamme nel 2001 senza che mai si siano scoperti i responsabili, dove come pavimentazione è stato inserito uno strato di sabbia ( che verrà portata via dal primo temporale o dispersa in tutta la villa dal vento così come accadrà allo spiazzale centrale anch’esso ricoperto di sabbia, invece che della terra di cui è stato sempre ricoperto, trasformato in una sorta di campo per ‘beach soccer’,calcio sulla spiaggia) mai vista e mai contemplata oltre ad una serie di cipressi , anche questi non previsti, inseriti attorno a quello che rimane della casina cinese e che, peraltro, se tale struttura sarà ripristinata (così come aveva chiesto il Coordinamento poi bocciata senza alcuna giustificazione dall’Assessorato Regionale) sarà resa invisibile da quei cipressi e trasformandosi in una sorta di mausoleo. Per non parlare del restauro del viale dei grandi mosaici di ciottoli di fiume, riproducenti segnali zodiacali, di cui non possiamo esprimerci in quanto ricoperti ancora da una coltre di foglie secche.
COLLINA SUD, OCCHIO DEL LABIRINTO, VERDE E LABIRINTO IPOGEO
Ma l’aspetto più controverso e inaccettabile sotto ogni profilo da quello storico a quello architettonico e paesaggistico sta tutto nel piano della collina sud ( dove sorge il palco liberty della musica) trasformato senza alcun senso estetico e razionale in una sorta di zona invalicabile una specie di zona minata e impraticabile dove peraltro, sempre senza alcun rispetto per il progetto esecutivo, che doveva poi essere quello discusso e approvato con la collaborazione dell’ex Coordinamento per la salvaguardia della Villa Bellini.
Sembrano poi scomparsi nel nulla i 30 vigorosi alberi di sophora japonica e le adiacenti panchine di ghisa inseriti da sempre ai lati nord e sud della collina. L’obbrobrio architettonico e paesaggistico della collina, oltre a quanto detto, è nella ‘perla’ per eccellenza ovvero nella vera e propria spianata di ghiaia (cocci di marmo) che ricopre quasi del tutto il piano sommitale e che , se resterà, non solo limiterà il movimento di chiunque ed in particolare di quei cittadini con problemi deambulatori o con mezzi di trasporto come carrozzine per bambini e disabili ma si rischierà di creare danni alle persone con le conseguenti giuste richieste di risarcimento: chi pagherà?
Alla domanda di un giornalista che faceva risaltare tale aspetto la progettista che conduceva il sopralluogo rispondeva che nel Settecento (ma la Villa pubblica non è stata inaugurata con l’assetto attuale, quello realizzato dal grande architetto del liberty Filadelfo Fichera dopo un primo intervento del Landolina, tranne poi delle modiche sostanziali del Samonà durante il ventennio, nel 1885?) non venivano considerati i problemi dei disabili e dunque non poteva farci nulla! Una bella risposta non c’è che dire! Risposta che non solo si scontra con i diritti sacrosanti dei disabili ( i quali fino alla chiusura della villa: per i restauri non hanno avuto problemi) ma che contrasta pure con quello che è stata la stessa villa mai la pavimentazione del piano della collina è stato costituito da pietrisco che peraltro, come ha detto la stessa progettista ma starebbe lì a simboleggiare, guada caso, le aiuole che prima vi erano. Questa sì che è creatività concettuale esotica! Ma cosa c’azzecca con il restauro e l’inviolabilità di un monumento storico della fine dell’ottocento peraltro protetto nella sua interezza dalla normativa vigente sui beni culturali come la Villa Bellini?
Se poi a tale spianata di pietre aggiungiamo anche una serie di strisce di pavimentazione rigida sparse qua e là (sempre in modo ‘concettuale’) allora possiamo affermare senza alcun dubbio che il danno che si voleva perpetrare nell’ampio spazio centrale della villa è stato trasferito sulle due colline. Se a tutto ciò inseriamo l’altro obbrobrio architettonico che è la colonna di cemento che spunta come una sorta di fungo scavalcando l’occhio del labirinto con su una sorta di enorme coppa, sempre di cemento guarnita di pietre laviche e la galleria spuntata dal nulla oltre alla riesumazione di una vecchia scalinata in pietra seppellita dal Fichera, quando allargò il piano della collina, di cui non solo si conosceva da sempre l’esistenza ma la sua riesumazione non era stata prevista dal progetto ( per non parlare di essenze arboree che mai erano state inserite all’interno della villa e che hanno sostituito le siepi e le essenze mediterranee preesistenti in quasi tutte le aiuole del viale degli uomini illustri) possiamo affermare che quello che il Coordinamento aveva presagito chiedendo per questa preoccupazione che un componente dello stesso esperto in giardini storici potesse seguirne i lavori di restauro della villa, si è compiuto.
Non si sa peraltro che fine abbia fatto il labirinto ipogeo del Biscari anche perché durante il sopralluogo non è stato consentito. Possiamo affermare senza ombra di dubbio che non riportando allo stato ‘naturale’ quanto deturpato o modificato la villa sotto tali profili è stata stravolta da chi voleva da principio lasciare il suo segno indelebile a costo di fare diventare il Giardino Bellini un’altra cosa. E ancora, per finire, così come riportato da alcuni organi di stampa, non è assolutamente vero che è stato il Coordinamento per la salvaguardia della Villa a volere una moltitudine di cipressi a rappresentare un ‘muro verde’ attaccati uno all’altro accanto all’occhio del labirinto (anzi questo, visto tale preannunciato scempio botanico, fatto di decine di cipressi che come sappiamo crescono parecchio, chiese ed ottenne, ma solo a parole visto che comunque tale scempio è stato realizzato, che si ponesse solo la prima fila di tali piante ). Ma è stata la stessa progettista a inserirlo già nel suo progetto iniziale a rappresentare, a suo dire, il labirinto del Biscari. E poi, ci chiediamo, dove è finito l’orologio floreale che esisteva da sempre sul fianco della collina che da su via Etnea? E l’elefante oltre che alla data giornaliera, anch’essi fatte di piante cos’ come tutti gli altri disegni floreali di cui erano colmi i fianchi delle due colline?
UN FANTASMAGORICO ‘CRIPTO-PORTICO’ DA 5 MILIONI DI EURO
Ci chiediamo esterrefatti e sconcertati, così come abbiamo potuto leggere su alcuni organi di stampa, perche la progettista parlerebbe di altri ben 5 milioni di euro per completare una sorta di ‘cripto-portico’(?) come se questa fantasmagorica struttura fosse venuta dal nulla e non facesse parte del complessivo restauro costato fino adesso, secondo quello che si è riusciti a sapere, oltre sedici milioni di euro mentre doveva costarne soli 12 e mezzo, così come aggiudicazione della gara a ribasso.
Ricordiamo che i tre milioni in più sarebbero stati prelevati dalle tasche dei cittadini (ovvero dalle casse comunali in quanto non più possibili prelevarli dai finanziamenti europei ) e , come è stato sostenuto da più parti, sottratti da quelle somme che avrebbero dovuto finanziare la messa in sicurezza delle scuole di Catania quasi tutte non in regola con la normativa vigente in materia di terremoto (ovvero se a Catania avessimo una scossa come quella avuta in Abruzzo l’anno scorso molte delle scuole catanesi crollerebbero con le conseguenze immaginabili). Se ai già spesi 16 milioni, se sedici sono, si aggiungono i 5 richiesti alcuni giorni addietro, sempre dalla progettista, per rifinire quello che la stessa chiama con tanto di fantasia ‘cripto-portico’. e se a questi gli altri 2 milioni per ripristinare la casina cinese, si arriva ad una somma impensabile di ben 23 milioni di euro (circa 48 miliardi delle vecchie lire). E dire che il primo aggiudicatario dell’appalto, poi escluso dopo mesi su ricorso, aveva offerto solo 8 milioni di euro per completare ogni cosa! Ci sarebbe da chiedersi: quanti parchi giochi si potevano costruire in città con i milioni spesi in più?
Un altro enigma della travagliata e poco trasparente vicenda Villa Bellini che si aggiunge alle 11 domande avanzate dal Comitato SOS Villa Bellini un anno addietro che non hanno mai avuto risposta dal Sindaco. Ed il Consiglio Comunale di Catania, invece di cercare di fare luce su tutto ciò, pensa bene di bocciare la sua stessa proposta di istituzione di una Commissione d’inchiesta sulla Villa Bellini. Ci verrebbe da chiederci in quale mani siano la città e i suoi cittadini a prescindere dal loro voto!
1 commento:
Inaugurazione in pompa magna del Giardino Bellini, ma il busto di Frontini dov'è?
La vita artistica dei Frontini non è stata mai facile, tutti i riconoscimenti ottenuti, li hanno strappati con le unghie e con i denti. Adesso avviene un altro intoppo, dopo 20 anni, ancora, non è stato ripristinato il busto del compositore Francesco Paolo Frontini, al viale degli uomini illustri del Giardino Bellini di Catania. Posso capire che il mondo della musica e dell'arte, composto di maestri sotto pagati e sfiduciati, non ricordi la Sua musica, ma un'Amministrazione Comunale non può tralasciare una mancanza così evidente.
http://francescopaolofrontini.blogspot.com/2010/09/inaugurazione-in-pompa-magna-del.html
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