28 febbraio 2011

MARONI: 100.000 VERSO L'ITALIA. MA IL SINDACO DI MINEO: "NON DA NOI"

Immigrati, l'allarme del ministro Maroni "Centomila persone in fuga verso l'Italia"

L'allarme lo lancia direttamente il Ministro dell'Interno Roberto Maroni. Personalità e carica istituzionale tra le più importanti del Governo Berlusconi: Centomila persone in fuga alla frontiera libico-tunisina, tutti potenziali migranti che nei prossimi giorni potrebbero tentare di raggiungere l'Italia attraversando il Canale di Sicilia a bordo di carrette del mare.

Il Ministro da i numeri dell'emergenza a Catania dove ha incontrato il presidente della Regione siciliana Raffaele Lombardo, il presidente della Provincia Castiglione e i sindaci del comprensorio di Mineo dove il governo vorrebbe ospitare, nel residence degli Aranci, circa 2000 richiedenti asilo per far posto nei centri di accoglienza ai clandestini che dovessero arrivare. Una soluzione che ha suscitato diverse perplessità negli amministratori siciliani ai quali Maroni ha garantito la sicurezza per le popolazioni del territorio e le opportunità di sviluppo che verrebbero da quello che, secondo il governo italiano, dovrebbe essere un modello di accoglienza da esportare in Europa.

"Ho chiesto ai sindaci -ha aggiunto Maroni- di farmi sapere entro 24 ore se c'è la disponibilità a realizzare il Villaggio della Solidarietà oppure no. Perché io devo prendere una decisione, pur potendola comunque prendere essendo un'ordinanza di protezione civile a prescindere, ho voluto il confronto perché voglio che sia una scelta condivisa nell'interesse nostro, delle comunità locali e soprattutto nell'interesse dei richiedenti asilo politico".

Perplessità, quelle dei sindaci non del tutto fugate dalla parole del ministro, come ha confermato il sindaco di Mineo Giuseppe Castania: "Riteniamo che il nostro territorio non possa dare i riscontri che questo progetto richiede. Sebbene si tratti di richiedenti asilo non possono essere obbligati a rimanere. Hanno bisogno di una integrazione socio economica che noi non possiamo dare".

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