"Ho appena rassegnato al presidente della Regione siciliana Raffaele Lombardo le mie dimissioni da sovrintendente del Teatro Massimo Bellini". L'annuncio, in un comunicato, è di Antonio Fiumefreddo.
''Continuare a lottare contro un nemico infinitamente più forte sarà eroico ma io non credo che per desiderare l'onestà e l'efficienza si debba diventare eroi. Io non lo sono! Ho dunque fatto quel passo indietro richiestomi e da oggi il Teatro è restituito alla cricca di sempre, la stessa che mi fa vergognare di continuare a dirmi residente presso il comune di Catania''. Sono alcuni passi di una lettera aperta scritta da Fiumefreddo.
''Non sono solo io quindi - sottolinea Fiumefreddo - che perdo una battaglia in cui ho creduto, avendo scelto di restare a Catania piuttosto che stabilirmi in terre più ospitali e libere dal controllo soffocante di certi ambienti, ma è la città che ancora una volta viene umiliata''.
''Ho resistito - scrive l'ex Sovrintendente del Bellini - offrendo la mia faccia, danneggiando il mio cuore ed il mio fegato, solo per amore nei confronti dei catanesi che come me hanno creduto nel cambiamento, hanno sperato in un Teatro diverso come metafora di una città diversa''. ''Da domani - conclude - la mia vita sarà interamente dedicata alla mia professione ed a mia figlia''
''Continuare a lottare contro un nemico infinitamente più forte sarà eroico ma io non credo che per desiderare l'onestà e l'efficienza si debba diventare eroi. Io non lo sono! Ho dunque fatto quel passo indietro richiestomi e da oggi il Teatro è restituito alla cricca di sempre, la stessa che mi fa vergognare di continuare a dirmi residente presso il comune di Catania''. Sono alcuni passi di una lettera aperta scritta da Fiumefreddo.
''Non sono solo io quindi - sottolinea Fiumefreddo - che perdo una battaglia in cui ho creduto, avendo scelto di restare a Catania piuttosto che stabilirmi in terre più ospitali e libere dal controllo soffocante di certi ambienti, ma è la città che ancora una volta viene umiliata''.
''Ho resistito - scrive l'ex Sovrintendente del Bellini - offrendo la mia faccia, danneggiando il mio cuore ed il mio fegato, solo per amore nei confronti dei catanesi che come me hanno creduto nel cambiamento, hanno sperato in un Teatro diverso come metafora di una città diversa''. ''Da domani - conclude - la mia vita sarà interamente dedicata alla mia professione ed a mia figlia''
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