07 marzo 2010

SARA E' ANCORA IN COMA: LETTERA DI UN PADRE CHE RIVENDICA GIUSTIZIA

Riportiamo alcuni stralci della lettera aperta di un Padre che, da quattro anni, sta vicino ad una figlia in coma, per colpa di una polpetta mangiata a Catania. E soprattutto, del mancato controllo e della "manica larga" delle autorità.


"Ai cittadini di Catania
Alle Autorità di Catania


ILLEGALITA’, SILENZIO, OMERTA’, CATANIA:

Queste sono le parole che mi vengono in mente oggi a quattro anni dall’evento delittuoso che ha interrotto la vita di mia figlia e devastato quella della mia famiglia.

Mia figlia Sara , studentessa di Scienze politiche a Catania,

il 7 FEBBRAIO del 2006

ingerisce una polpetta contenente solfiti a cui era allergica ed entra in coma in seguito ad uno shock anafilattico. La carne è stata acquistata in una macelleria di una via del mercato all’aperto vicino alla via Etnea.

I solfiti nelle carni, non bloccando il processo di putrefazione, ma mantenendo il colore rosso, favoriscono l’ inganno dei consumatori , procurando ai rivenditori di carne profitti più cospicui ( come lo stesso macellaio, già condannato in primo grado, ha confermato al giudice).

Attualmente mia figlia è in stato vegetativo permanente e si trova a casa assistita da me e da mia moglie (1) .



ILLEGALITA’

Macellai senza scrupoli tengono in vita la carne con nitrati e solfiti (assolutamente proibiti dalla legge): i primi abbattono la flora batterica, i secondi mantengono il colore.
Così carne tritata, hamburger e salsicce, bombe sul nostro sistema gastrointestinale e circolatorio, possono resistere per giorni, senza dare nell'occhio, sul banco della vendita.

Immaginiamo con il caldo, in un mercato all’aperto, per mascherare la putrefazione del macinato di carne con tutta la sua superficie esposta all’aria, quanti solfiti devono aggiungere le mani di macellai senza scrupoli ( 2 ).

I solfiti nelle carni non sono dannosi soltanto alle persone ma anche agli animali .


SILENZIO e OMERTA’

Io, in questi anni ho fatto il mio dovere di cittadino esortando, tramite una lettera aperta ai cittadini e alle autorità, il prefetto e il sindaco di Catania a predisporre più controlli per la tutela della salute della gente, inoltre ho avvisato moltissimi studenti e lavoratori siciliani dei pericoli che corrono per la salute in una città dove, in molti ambienti, la legalità viene considerata un optional. Il messaggio è stato recepito? La mia lotta di civiltà è stata utile per la città di Catania?


CATANIA

L’idea che mi sono fatta della città di Catania nel periodo in cui mia figlia è stata in rianimazione , dal 7 febbraio al 21 aprile del 2006, è quella di una città del Far West: traffico disordinato e impazzito, inquinamento acustico, prepotenza di molti automobilisti , impossibilità per i pedoni di usufruire dei marciapiedi perché occupati da auto o bancarelle, lavori fermi, bancarelle abusive tollerate dai vigili e dalle massime autorità politiche della città , casse comunali vuote, quartieri al buio. Un degrado da terzo mondo. Un decadimento profondo , una mancanza di regole etiche ed un modo di vivere assuefatto e rassegnato, spesso contiguo al mondo dell’illegalità. Mi sono chiesto tante volte : come è possibile che le classi più autorevoli e le autorità preposte, in tutti questi anni non sono riusciti ad evitare la decadenza della qualità della vita a Catania?


Catania resta una bella città con fasce di ottime persone e di intellettuali di primo ordine ma anche una città (pericolosa) dove si vive malissimo a causa della mancanza di valori morali ed etici.

Non si può continuare a stare zitti e girarsi dall’altra parte per non vedere.

Luciano Di Natale

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