Uno scandalo. Una voce che da anni circola insistentemente nell'ambiente della scuola. Al termine di una complessa ed articolata attività di indagine avviata d’iniziativa e coordinata dalla procura di Catania, dal nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza di Catania ha denunciato all’autorità giudiziaria 19 persone, responsabili dei reati di truffa aggravata e falso, finalizzati ad ottenere l’accesso al pubblico impiego nel comparto scuola.
L’azione investigativa ha permesso di appurare che alcuni assistenti amministrativi precari della scuola pubblica, per ottenere inizialmente l’incarico annuale, per poi scalare la graduatoria provinciale permanente ed infine passare di ruolo, hanno autocertificato titoli di servizio non veritieri, utilizzando anche false attestazioni rilasciate da scuole private compiacenti, traendo in inganno la pubblica amministrazione e ottenendo indebitamente un impiego statale in danno dei loro colleghi più corretti.
L’indagine ha messo in luce uno scenario inquietante per l’elevata percentuale di soggetti responsabili individuati tra soggetti attivi e passivi nell'inchiesta, proprio perchè la procedura di inserimento nelle graduatorie pubbliche per soli titoli, finalizzato al reclutamento del personale amministrativo delle scuole statali, ha durata pluriennale e si articola in più stadi.
In estrema sintesi, il candidato in possesso dei requisiti previsti dal bando, produce una domanda di “inserimento” nella graduatoria provinciale permanente di prima fascia, richiedendo la valutazione di titoli di servizio e di cultura. La Commissione designata dall’Ufficio scolastico provinciale, valutati i titoli, attribuisce a ogni concorrente un punteggio, così da formare una graduatoria di merito. Ogni nuovo anno scolastico, l’Usp convoca il personale inserito in graduatoria per il conferimento degli incarichi di supplenza.
La graduatoria provinciale permanente di prima fascia viene aggiornata annualmente, onde poter tener conto sia dei nuovi inserimenti che degli aggiornamenti delle posizioni dei candidati già inseriti.
I responsabili, oltre ad aver dichiarato il falso al momento dell’inserimento iniziale, hanno reiterato la condotta criminosa, attraverso l’utilizzo di ulteriore carteggio contenente attestazioni e certificazioni non veritiere, prodotto dagli stessi interessati o avvalendosi dell’appoggio di compiacenti istituti privati paritari.
Quindi, sia mediante autocertificazione che attraverso l’attestazione di istituti privati, venivano dichiarati periodi di servizio non realmente svolti, ovvero “gonfiate” le prestazioni realmente effettuate.
La condotta fraudolenta, sistematicamente perpetrata, ha chiaramente compromesso il posizionamento utile in graduatoria dei concorrenti onesti e indotto in errore la commissione di valutazione dell’Ufficio scolastico provinciale di Catania.
Considerata l’evidenza delle fonti di prova, la Procura della Repubblica di Catania, ha richiesto al Gip l’emissione di decreti penali di condanna. Adesso l’Ufficio scolastico provinciale di Catania dovrà valutare la posizione dei denunciati sul piano amministrativo.
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