04 maggio 2010

Catania, TAGLI per 1.115 docenti

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Per l’anno scolastico 2010/2011, nella provincia di Catania, saranno tagliati 1.115 posti, così ripartiti: Primaria 273; 1° grado 118; 2° grado 374; personale ATA 350. Sul pesantissimo tributo pagato dalla provincia etnea, Flc-Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals e Gilda si riuniranno alle 10, presso la sede della Cisl Scuola, in via Nicola Coviello 4 (di fronte al Provveditorato agli studi). Parteciperanno i segretari provinciali di tutte le sigle sindacali.

Le organizzazioni sindacali della scuola vogliono lanciare l’allarme per il regolare svolgimento del prossimo anno scolastico e indicheranno quali iniziative saranno intraprese nella provincia etnea, nell’ambito della mobilitazione promossa unitariamente dalle segreterie regionali in tutte le province della Sicilia.

L’ulteriore contrazione di organici oltre ad acuire la già grave crisi occupazionale avrà ricadute devastanti su tutto il sistema scolastico.

Intanto in tutta Italia si allarga il fronte di chi vuole mettere in campo lo sciopero degli scrutini contro i tagli, di risorse e personale, decisi dal Governo nel settore dell'istruzione. Accanto ai Cobas, che nelle scorse settimane hanno proclamato uno sciopero di due giorni a giugno in concomitanza con i giorni degli scrutini, si schiera anche il Coordinamento dei precari della scuola. In un documento, il Coordinamento denuncia "le drammatiche ripercussioni del più grande licenziamento di massa dell'Italia repubblicana".

"Denunciamo altresì - aggiunge - il peggioramento delle condizioni lavorative dei docenti precari e di ruolo, costretti a insegnare in classi sovraffollate e smembrate, nonchè il disconoscimento della professionalità docente, con provvedimenti quali l'accorpamento di classi di concorso, i contratti di disponibilità e gli accordi stato-regioni. Denunciamo, infine, la generale riduzione dei diritti dei lavoratori della scuola, ad esempio con la normativa vessatoria in tema di malattia, la riduzione della contrattazione collettiva e del potere d'acquisto dei salari prevista dalla riforma del modello contrattuale, l'accesso disuguale al salario accessorio e gli inasprimenti disciplinari previsti dalla legge Brunetta".

Il Coordinamento dei precari si dice quindi "più che mai convinto che uno degli strumenti di lotta più significativi, rimasto nelle mani dei lavoratori della scuola siano le azioni di boicottaggio della burocrazia scolastica, come lo sciopero degli scrutini". Ricorda che questa forma di lotta è vietata dalla legge 146 del 1990, ma sottolinea che c'è un escamotage: "è ancora possibile mettere in pratica azioni che vadano al cuore della burocrazia scolastica, inceppandone momentaneamente gli ingranaggi. La soluzione è lo sciopero degli scrutini, cioè uno sciopero tradizionale e assolutamente legale indetto per due giorni, nel rispetto della vigente normativa sindacale, in concomitanza con lo svolgimento degli scrutini in modo da farne slittare lo svolgimento".

Il Coordinamento è consapevole che un'iniziativa come questa "va preparata con cura". E dunque intende partire da subito con assemblee, picchetti davanti alle scuole, volantinaggi, mozioni dei collegi dei docenti. Chiede, infine, a sindacati e Rsu di vigilare sul rispetto della legalità scolastica "onde evitare azioni, come ad esempio l'anticipo degli scrutini a prima della fine delle attività didattiche, volte a neutralizzare un eventuale sciopero degli scrutini". Da parte del Governo va registrato l'impegno del ministero dell'Istruzione a chiedere - come ha riferito nei giorni scorsi la Flc-Cgil al termine di un incontro con i dirigenti di viale Trastevere - l'autorizzazione al Tesoro per l'immissione in ruolo su tutti i posti vacanti e disponibili (11-14 mila posti comuni e 5.000 posti sul sostegno) del personale docente a tempo determinato.

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