La sentenza di Antonino Speziale a 14 anni di reclusione per l'omicidio preterintenzionale dell'ispettore di polizia Filippo Raciti è stata adottata a conclusione di un procedimento penale "che è sfociato all'accertamento della piena e diretta responsabilità dell'imputato". Lo scrive il Tribunale dei minorenni di Catania tra le 113 pagine delle motivazioni del processo a uno dei due tifosi accusati di avere ferito mortalmente il poliziotto negli scontri del 2 febbraio del 2007 al Massimino durante il derby di calcio con il Palermo.
"Nel caso in esame si è di fronte ad un procedimento penale basato su numerosi indizi certi, gravi, precisi e concordanti, oltre che di eterogenea natura - scrivono i giudici - che hanno assunto il rango di vere e proprie prove formatesi nell'ambito di un rigoroso e scrupoloso dibattimento e che hanno consentito a questo Tribunale di ricostruire gli eventi in modo certo ed inequivocabile e di giungere, di conseguenza, all'accertamento della piena e diretta responsabilità dell'imputato nell'omicidio dell'ispettore Filippo Raciti".
Secondo il Tribunale per i minorenni di Catania le perizie hanno permesso di "ricostruire senza ragionevoli dubbi la consecutio degli eventi che ha causato il decesso del poliziotto, dovuta a lacerazioni della capsula del parenchina epatico, senza danno ai vasi maggior calibro". A causarla sarebbe stato l'impatto tra un sottolavello in lamierino lanciatogli contro da due ultras del Catania: Speziale, condannato a 14 anni, e Daniele Natale Micale, condannato a 11 anni dalla Corte d'assise. I giudici escludono l'ipotesi 'fuoco amico' e anche errori medici nell'assistenza a Raciti.
Il "test sperimentale" dei carabinieri del Ris di Parma su un giubbotto antiproiettile del tipo indossato dall'ispettore Filippo Raciti "è stato effettuato senza avere usato quel rigore scientifico che la delicatezza della questione avrebbe meritato". Il riferimento è alla perizia eseguita dal Ris e alle conclusioni a cui giunsero i militari dell'Arma secondo i quali "i dati analitici ottenuti" non gli "consentivano di stabilire con certezza scientifica se il sottolavello sequestrato possa essere stato l'oggetto che impattò violentemente l'ispettore Raciti".
Per il Ris, comunque, "l'ipotesi di inidoneità sembra riunire maggiori elementi di probabilità". Ma per il Tribunale per i minorenni di Catania "le conclusioni del Ris appaiono smentite clamorosamente dai consulenti della Procura e del collegio nominato dal Tribunale" perchè, secondo i giudici, furono prese "basandosi quasi esclusivamente sui discutibili risultati delle prove di impatto effettuate in laboratorio".
Antonino Speziale "non può essere considerato un semplice tifoso del Catania, ma è un facinoroso che appartiene ad una tifoseria organizzata denominata gli schizzati". Nel ricostruire la personalità dell'imputato i giudici scrivono che "Speziale, nel corso dello svolgimento dell'incontro di calcio (il derby al Massimino con il Palermo del 2 febbraio del 2007, ndr) si disinteressava della partita per andare nei bagni, girarsi la felpa al contrario, indossare un cappellino e travisarsi il volto con il cappuccio, per cercare lo scontro fisico con i tifosi palermitani che erano appena sopraggiunti".
"Nel caso in esame si è di fronte ad un procedimento penale basato su numerosi indizi certi, gravi, precisi e concordanti, oltre che di eterogenea natura - scrivono i giudici - che hanno assunto il rango di vere e proprie prove formatesi nell'ambito di un rigoroso e scrupoloso dibattimento e che hanno consentito a questo Tribunale di ricostruire gli eventi in modo certo ed inequivocabile e di giungere, di conseguenza, all'accertamento della piena e diretta responsabilità dell'imputato nell'omicidio dell'ispettore Filippo Raciti".
Secondo il Tribunale per i minorenni di Catania le perizie hanno permesso di "ricostruire senza ragionevoli dubbi la consecutio degli eventi che ha causato il decesso del poliziotto, dovuta a lacerazioni della capsula del parenchina epatico, senza danno ai vasi maggior calibro". A causarla sarebbe stato l'impatto tra un sottolavello in lamierino lanciatogli contro da due ultras del Catania: Speziale, condannato a 14 anni, e Daniele Natale Micale, condannato a 11 anni dalla Corte d'assise. I giudici escludono l'ipotesi 'fuoco amico' e anche errori medici nell'assistenza a Raciti.
Il "test sperimentale" dei carabinieri del Ris di Parma su un giubbotto antiproiettile del tipo indossato dall'ispettore Filippo Raciti "è stato effettuato senza avere usato quel rigore scientifico che la delicatezza della questione avrebbe meritato". Il riferimento è alla perizia eseguita dal Ris e alle conclusioni a cui giunsero i militari dell'Arma secondo i quali "i dati analitici ottenuti" non gli "consentivano di stabilire con certezza scientifica se il sottolavello sequestrato possa essere stato l'oggetto che impattò violentemente l'ispettore Raciti".
Per il Ris, comunque, "l'ipotesi di inidoneità sembra riunire maggiori elementi di probabilità". Ma per il Tribunale per i minorenni di Catania "le conclusioni del Ris appaiono smentite clamorosamente dai consulenti della Procura e del collegio nominato dal Tribunale" perchè, secondo i giudici, furono prese "basandosi quasi esclusivamente sui discutibili risultati delle prove di impatto effettuate in laboratorio".
Antonino Speziale "non può essere considerato un semplice tifoso del Catania, ma è un facinoroso che appartiene ad una tifoseria organizzata denominata gli schizzati". Nel ricostruire la personalità dell'imputato i giudici scrivono che "Speziale, nel corso dello svolgimento dell'incontro di calcio (il derby al Massimino con il Palermo del 2 febbraio del 2007, ndr) si disinteressava della partita per andare nei bagni, girarsi la felpa al contrario, indossare un cappellino e travisarsi il volto con il cappuccio, per cercare lo scontro fisico con i tifosi palermitani che erano appena sopraggiunti".
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