10 maggio 2010

DIA - "LA FRUTTA COSTA DI PIU': COLPA DELLA MAFIA CATANESE"

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Arresti, perquisizioni e sequestri in diverse zone del centro e del sud Italia. La Dia di Napoli e la squadra mobile della questura di Caserta, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli hanno spiccato sessanta arresti tra i clan camorristici dei Casalesi e Mallardo che, alleati con le famiglie mafiose dei Santapaola-Ercolano, agivano secondo l'accusa nel settore dell'ortofrutta e dell'autotrasporto ad esso collegato.

In sostanza la cupola imponeva alle ditte che operano nell'ambito dei mercato ortofrutticolo del Centrosud una unica ditta di trasporti, catanese, gestita da Ercolano. Nel mirino di mafia e camorra era finito anche il mercato di Fondi, ritenuto uno dei più importanti d'Europa. Per portare frutta e ortaggi da Fondi alla Sicilia la ditta di autotrasporti era sempre la stessa: quella di Ercolano.

I capi delle organizzazioni camorristiche e mafiose si riunivano nella sede di un'azienda di trasporti del Casertano per decidere le strategie e le alleanze.

Nel corso dell'indagine, sono stati sequestrati veri e propri arsenali di armi provenienti dalla Bosnia. Sono in corso perquisizioni e sequestri a carico di società e aziende operanti nei maggiori mercati ortofrutticoli della Campania, del Lazio e della Sicilia.

Complessivamente sono stati arrestati una ventina di presunti affiliati ai Casalesi, gruppo capeggiato da Francesco Schiavone detto Sandokan, una dozzina di appartenenti ai clan Licciardi e Mallardo di Napoli, entrati in contrasto con i Casalesi e una mezza dozzina di esponenti del clan Santapaola, tra cui il reggente, cognato del boss, Giuseppe Ercolano.

"La rilevanza dell'operazione si ravvisa nell'alleanza che nel tempo si è prodotta tra mafia, camorra e 'ndrangheta per poter monopolizzare l'attività nel settore dell'ortofrutta - sottolinea il generale Antonio Girone, direttore della Dia - che controllava tutte la fasi cominciando dall'imposizione a livello locale dei prezzi locali fino al trasporto e alla distribuzione".

"Un sistema - ha spiegato - di questo tipo si riflette sui cittadini i quali trovano prezzi maggiorati, talvolta venti volte il prezzo orginario con danni per gli utenti e in generale per l'economia".

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