Continuiamo ad aggiornarvi sulla situazione di Lingue. Il rettore Antonino Recca ha convocato per sabato mattina in rettorato i rappresentanti degli studenti eletti nel Consiglio della Facoltà per "chiarimenti sulla situazione del decentramento a Ragusa".
La convocazione è stata fatta "anche allo scopo - è scritto in una nota dell'Ufficio stampa dell'Ateneo - di evitare ulteriori strumentalizzazioni politico-partitiche, già evidenti in alcune singolari dichiarazioni alla stampa, in particolare da parte di esponenti della maggioranza di Governo sia regionale che nazionale".
BENEDETTINI OCCUPATO. Intanto il monastero dei Benedittini è occupato dagli studenti che ieri sera hanno dato vita a un'animata assemblea con i docenti e con il personale della facoltà al grido di "giù le mani da Lingue". "Le conseguenze - sostengono i rappresentanti di Lingue - per noi studenti sono inimmaginabili. Chi oggi è alla triennale sa già che dovrà partire se vorrà iscriversi ad una specialistica. E chi garantisce a chi è già iscritto il completamento dei corsi? Alle nostre preoccupazioni si aggiungono quelle del personale tecnico-amministrativo, ragazzi che dopo anni di lavoro sottopagato finirebbero col perdere l'impiego".
LE PAROLE DEL PRESIDE - Il preside della Facoltà di Lingue Nunzio famoso promette: "Mi batterò contro ogni guerra di campanile. Ragusa può fare la sua facoltà, ma non bisogna per questo chiudere Catania, con tutte le conseguenze per migliaia e migliaia di famiglie. Il rettore ci ha informato in sede informale che questo è il disegno, ma adesso dovrà spiegare nelle opportune sedi istituzionali questa linea, che peraltro contraddice il suo programma elettorale, tradendo chi l'ha votato. La questione è poco chiara, ci sono giochi squallidi".
"Fermezza e lucidità nelle azioni che impegneranno gli studenti - ha ribato nell'auditorium dei Benedittini - tolleranza da contrapporre a una guerra dei poveri. Due territori, due facoltà".
La convocazione è stata fatta "anche allo scopo - è scritto in una nota dell'Ufficio stampa dell'Ateneo - di evitare ulteriori strumentalizzazioni politico-partitiche, già evidenti in alcune singolari dichiarazioni alla stampa, in particolare da parte di esponenti della maggioranza di Governo sia regionale che nazionale".
BENEDETTINI OCCUPATO. Intanto il monastero dei Benedittini è occupato dagli studenti che ieri sera hanno dato vita a un'animata assemblea con i docenti e con il personale della facoltà al grido di "giù le mani da Lingue". "Le conseguenze - sostengono i rappresentanti di Lingue - per noi studenti sono inimmaginabili. Chi oggi è alla triennale sa già che dovrà partire se vorrà iscriversi ad una specialistica. E chi garantisce a chi è già iscritto il completamento dei corsi? Alle nostre preoccupazioni si aggiungono quelle del personale tecnico-amministrativo, ragazzi che dopo anni di lavoro sottopagato finirebbero col perdere l'impiego".
LE PAROLE DEL PRESIDE - Il preside della Facoltà di Lingue Nunzio famoso promette: "Mi batterò contro ogni guerra di campanile. Ragusa può fare la sua facoltà, ma non bisogna per questo chiudere Catania, con tutte le conseguenze per migliaia e migliaia di famiglie. Il rettore ci ha informato in sede informale che questo è il disegno, ma adesso dovrà spiegare nelle opportune sedi istituzionali questa linea, che peraltro contraddice il suo programma elettorale, tradendo chi l'ha votato. La questione è poco chiara, ci sono giochi squallidi".
"Fermezza e lucidità nelle azioni che impegneranno gli studenti - ha ribato nell'auditorium dei Benedittini - tolleranza da contrapporre a una guerra dei poveri. Due territori, due facoltà".
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