Ha assaggiato una granita e ha pregato assieme al vescovo di Siracusa, mons. Salvatore Pappalardo, che è andato a trovarla nel reparto di rianimazione dell'ospedale Garibaldi. E' vigile e parla, seppur con mille difficoltà, Laura Salafia, la studentessa universitaria ferita gravemente da un proiettile vagante durante una sparatoria avvenuta l'1 luglio scorso davanti l'ex monastero dei benedettini di Catania, che ospita anche la facoltà di Lettere dell'università etnea.
"L'ho trovata serena e tranquilla - ha detto il vescovo di Siracura -, è una donna dotata di fede e abbiamo pregato insieme". Pappalardo le ha anticipato che a settembre andrà in visita pastorale a Sortino, paese del Siracusano di cui è originaria la studentessa.
Il quadro clinico della paziente per i medici rimane stazionario, nella sua gravità: Laura Salafia ha un proiettile ritenuto nella mandibola, schegge dello stesso proiettile nel collo e una grave lesione al midollo all'altezza della terza vertebra cervicale.
I medici dell'ospedale stanno valutando se e quando sottoporla a un delicato intervento chirurgico, prima di un eventuale trasferimento in un centro di riabilitazione in Svizzera, nei pressi di Berna. Intanto questa mattina il direttore del reparto di rianimazione dell'ospedale Garibaldi di Catania, il dott. Sergio Pintaudi, ha piacevolmente sorpreso Laura: le ha fatto assaggiare una granita.
SIAMO CON TE, LAURA.
1 commento:
Laura, non ci conosciamo ma ti sono ugualmente molto vicina....Spero che tutto si risolva nel modo migliore...
Auguri!
Rosaria
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