CATANIA - Si è conclusa con reimpatri, arresti e accoglienza di minori, la vicenda dei 131 immigrati egiziani intercettati su un peschereccio ieri al largo delle coste siciliane. Con un volo speciale sono stati reimpatriate 68 persone, mentre altre 19 sono state arrestate per reati connessi al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e 44 minorenni sono invece stati affidati alle strutture dedicate, così come prescrive la legge.
Si chiude così una storia che, per tutta la giornata era stata segnata da un braccio di ferro fra diverse organizzazioni umanitarie (l'Alto Commissariato per i Rifugiati delle Nazioni unite, in testa) e il prefetto di Catania, Vincenzo Santoro il quale, dopo aver disposto che le 131 persone fossero rinchiuse nel palazzo dello sport alla periferia di Catania, aveva negato l'accesso a chiunque intendesse entrare per recare conforto e assistenza. Il prefetto aveva continuato a rifiutarsi anche dopo che il Pubblico Ministero che stava facendo gli accertamenti - la dottoressa Agata Consoli - aveva negato che ci fossero impedimenti oggettivi all'ingresso delle organizzazioni umanitarie.
Il commento dell'UNHCR. L'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati esprime preoccupazione per non aver avuto finora la possibilità di entrare in contatto con i 128 migranti - fra i quali 48 minori - trattenuti da ieri nell'impianto sportivo Palanitta di Catania, dopo essere stati intercettati a largo delle coste. Fin da ieri l'UNHCR ha cercato di ottenere informazioni in merito a questa situazione chiedendo di poter incontrare le persone sbarcate, senza però ricevere alcuna delucidazione riguardo ai tempi di attesa.
Nonostante le indagini di polizia in corso richiedano misure di riservatezza, l'Alto Commissariato per i Rifugiati auspica che venga consentito l'accesso delle organizzazioni facenti parte del progetto Praesidium e degli enti di tutela prima che siano presi provvedimenti sullo status giuridico dei migranti ed eventuali misure di allontanamento dal territorio italiano.
L' UNHCR, assieme all'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM), alla Croce Rossa Italiana (CRI) e a Save the Children, opera in Sicilia nell'ambito del progetto Praesidium, finanziato dal Ministero dell'Interno, con l'obiettivo di fornire informazioni e orientamento a coloro che arrivano sulle coste siciliane e di rafforzare le capacità di accoglienza. Il mancato accesso ai 128 migranti risulta quindi non conforme alle modalità operative dello stesso progetto.
In cinque anni di attuazione, il progetto Praesidium ha contribuito ad una gestione trasparente dell'accoglienza dei migranti e dei richiedenti asilo giunti in Italia attraverso il Mediterraneo consentendo a chi ne aveva bisogno di richiedere la protezione internazionale.
fonte: repubblica.it
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