Ne abbiamo parlato a lungo. I più occasioni abbiamo segnalato l'anomalia Catanese di un sindaco di una grande città che al contempo svolge il delicato ruolo di Senatore della Repubblica. Abbiamo segnalato, oltre alla curiosa questione giuridica, la poca opportunità sul piano politico e in rapporto alle necessità di una Catania in Emergenza.
Ora la notizia del ricorso. Un ricorso contro il doppio incarico di Raffaele Stancanelli, che è senatore del Pdl e sindaco di Catania, Comune con oltre 20 mila abitanti, è stato presentato sabato scorso al Tribunale del capoluogo etneo da un elettore, Salvo Battaglia. Lo rende noto il parlamentare nazionale del Pd Tonino Russo, componente della VII commissione Cultura della Camera dei deputati.
L'atto è stato depositato dagli avvocati Antonino Catalioto, Walter Miceli e Fabio Gangi. Il primo ha già ottenuto, qualche mese fa, il pronunciamento della Corte Costituzionale sull'incompatibilità dei deputati regionali siciliani che svolgono contemporaneamente il ruolo di amministratori. "L'iniziativa - spiega Tonino Russo - mira a ottenere un nuovo pronunciamento della Consulta per ripristinare l'incompatibilità che fino al 2002 valeva per deputati e senatori. Da allora, con il 'caso Cammarata' (il sindaco di Palermo, ndr), dopo cinquanta anni di orientamento conforme alla legge, la giunta per l'elezione della Camera adottò una nuova interpretazione".
"Con il ricorso - aggiunge l'esponente del Pd - visto che la Corte Costituzionale difficilmente contraddice se stessa, dovrebbe essere ristabilito il principio secondo il quale non è consentito il cumulo delle due cariche. I parlamentari nazionali che si trovano nella condizione di incompatibilità sono oltre 50. Per questo ho sottoscritto il disegno di legge Lenzi che fissa la soglia di incompatibilità a 10.000 abitanti".
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