04 novembre 2010

CATANIA, MAFIA E POLITICA - INIZIANO GLI INTERROGATORI


I sostituti procuratori Gennaro, Santonocito, Fanara e Boscarino hanno già interrogato ieri un testimone su un'intercettazione del presunto boss Rosario Di Dio che parla del presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo. Il teste ha detto di non ricordare il contenuto della conversazione ma di fronte alla trascrizione del verbale ha confermato il suo contenuto.

Da fonti della Procura si ribadisce che non ci sono altri fascicoli pendenti, o secretati, e, allo stato, non è prevista alcun altra tranche di inchiesta. Nuovi sviluppi e nuovi scenari potrebbero emergere dagli interrogatori.

Lombardo si tutela e afferma che denuncerà "chiuque osi diffamarmi". Il governatore, poi, spiega che "frequentando convegni e incontri pubblici, c'è sempre il rischio di stabilire rapporti civilissimi, seppure superficiali con persone che ritieni immuni" e "a volte stringi le mani a persone che sembrano immuni".

Lombardo fa un esempio, quello dell'architetto Giuseppe Liga, adesso indicato a Palermo come un Boss "non di basso rilievo - dice - . Ma per me era il presidente del 'Movimento cristiano lavoratori, popolato da fior di galantuomini". Lombardo avverte che "bisogna tenere gli occhi aperti" e sulle dichiarazioni rese dal pentito Avola, dice di volere un confronto diretto con lui, "per sbugiardarlo, per prenderlo per quello che è, un volgare delinquente, un millantatore" e aggiunge dicendo che "ci sarà tempo per svelare la trama politico-mediatica".

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