06 novembre 2010

Festival dell'Editoria Indipendente " DE SCRITTO " - edizione 2010 -


Si conclude oggi, nella magnifica cornice del chiostro maggiore dell' ex Monastero dei Benedettini di Piazza Dante, l'edizione 2010 (4-6 Nov) del Festival dell'Editoria Indipendente "De Scritto" !!! Anche quest'anno il Festival è stato sostanzialmente un'occasione per dar voce e spazio a quella galassia di piccole case editrici (spesso AUTOFINANZIATE da promettenti giovani editori, scrittori, poeti...) che diversamente sarebbero vittima ancor di più dell'oblìo informativo-culturale che grava come un macigno sulla città di Catania; è inutile dire a chi è riconducibile il Monopolio informativo catanese: ad un ben noto "giornale", ad un ben noto "direttore-editore plenipotenziario" e ad un ben noto "gruppo di potere" ad essi strettamente collegato (per chi volesse approfondire basta recuperare su www.rai.it l'ottima puntata di Report del 15/3/2009!!!) .

Polemiche a parte, ho trovato particolarmente interessanti i seminari sul giornalismo ed in particolar modo la presentazione della raccolta di poesie e pezzi di prosa "RAUDI, esplosioni dalla periferia", esperimento estremamente intelligente di editoria emergente autofinanziata (vedi su www.raudibook.altervista.org). Introdotti brillantemente da Delia Pappalardo, i 6 autori hanno letto alcuni brani o stralci del loro libro e, al netto delle loro differenti personalità artistiche, tutti si ricollegano al "filo rosso" del testo: cioè il tema dell' "esplosione", intesa ovviamente come uno svuotarsi, un liberarsi per mezzo della libera scrittura. Dal punto di vista strettamente "letterario" gli autori si ispirano a delle correnti ben precise; molto evidente già ad una prima lettura è quella della "Beat generation" ed in particolar modo a Kerouac, ma si scorgono anche numerosi riferimenti al Surrealismo Bretoniano delle origini ed anche al Futurismo italiano. Al livello stilistico, quella di "Raudi" è una scrittura da un lato molto ruvida e asciutta, e proprio per questo estremamente concreta e diretta; e dall'altro molto ritmica (una colonna sonora ideale sarebbe riconducibile senza dubbio al rock Anni '60 dei Pink Floyd, così come al jazz-blues Anni '50).

Concludo con le parole di uno degli autori Emiliano Zappalà, che a commento della sua poesia "Io scrivo sulla fine del mondo" (cfr. pag 37) ha affermato: [...] "questa poesia è un ottimo esempio di SFOGO in maniera libera! Quando si crea qualcosa dal Nulla, avendo davanti ad esempio un foglio o una tela bianca, [...] già solo questo rappresenta una SFIDA al Nulla che mi spinge a sperare, a creare, a vivere!"

Catania, 6 Nov 2010 Bernardo Tutino

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