"Chiedo di essere interrogato. Essere sentito da ospiti silenziosi non è più il caso. Non credo che ci sia più da salvaguardare alcuna riservatezza. La vicenda che mi riguarda, ormai da 9 mesi, gira su tutti i giornali, televisioni, siti internet di tutta la Sicilia e di mezza Italia".
Così Raffaele Lombardo ha dichiarato dal suo blog in merito all'indagine della procura di Catania che lo vede tra le persone coinvolte.
"Credo che sia giusto pretendere che una volta per tutte si formi la verità ascoltando il diretto interessato. Ho chiesto formalmente, attraverso una nota del mio legale, di essere interrogato in modo tale da poter rispondere a tutte le domande che la procura della Repubblica intende pormi.
Se dovessi rispondere solo a sette domande, come chiede Repubblica, sarebbe un esame troppo facile e si direbbe che sono stato raccomandato. Quindi non sette ma settanta o, come dicono le Sacre scritture, settanta volte sette". "Intendo rendere conto ai siciliani - continua -, come è giusto, di tutto quello che può riguardare il presidente della Regione, anche attraverso la stampa.
Non sarebbe poi la prima volta. Io ho parlato all'Ars, cioè al popolo siciliano, il 13 aprile e non mi sono sottratto alle domande dei giornalisti sino a quando questa vicenda non ha avuto una prima definizione, intorno a luglio scorso. Adesso leggo nella nota della procura della Repubblica, letta dinnanzi ai giornalisti il 3 novembre, che non è prevista alcuna iniziativa processuale per me; ma, intanto, è iniziato un processo mediatico considerevole. È il momento di porre la parola fine rendendo conto e rispondendo a tutte le domande. Io sono più che disponibile".
"Per il doveroso e sentito rispetto che nutro nei confronti degli inquirenti e della procura, parlerò con i procuratori. Aspetto che si fissi questa scadenza e dopo parlerò ai cittadini attraverso una conferenza stampa".
Così Raffaele Lombardo ha dichiarato dal suo blog in merito all'indagine della procura di Catania che lo vede tra le persone coinvolte.
"Credo che sia giusto pretendere che una volta per tutte si formi la verità ascoltando il diretto interessato. Ho chiesto formalmente, attraverso una nota del mio legale, di essere interrogato in modo tale da poter rispondere a tutte le domande che la procura della Repubblica intende pormi.
Se dovessi rispondere solo a sette domande, come chiede Repubblica, sarebbe un esame troppo facile e si direbbe che sono stato raccomandato. Quindi non sette ma settanta o, come dicono le Sacre scritture, settanta volte sette". "Intendo rendere conto ai siciliani - continua -, come è giusto, di tutto quello che può riguardare il presidente della Regione, anche attraverso la stampa.
Non sarebbe poi la prima volta. Io ho parlato all'Ars, cioè al popolo siciliano, il 13 aprile e non mi sono sottratto alle domande dei giornalisti sino a quando questa vicenda non ha avuto una prima definizione, intorno a luglio scorso. Adesso leggo nella nota della procura della Repubblica, letta dinnanzi ai giornalisti il 3 novembre, che non è prevista alcuna iniziativa processuale per me; ma, intanto, è iniziato un processo mediatico considerevole. È il momento di porre la parola fine rendendo conto e rispondendo a tutte le domande. Io sono più che disponibile".
"Per il doveroso e sentito rispetto che nutro nei confronti degli inquirenti e della procura, parlerò con i procuratori. Aspetto che si fissi questa scadenza e dopo parlerò ai cittadini attraverso una conferenza stampa".
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