Che incluso nel pacchetto studio ci fosse compreso anche il "corso pratico di (in)educazione sessuale" le studentesse delle facoltà di Lettere, Filosofia e Lingue e Letterature straniere di Catania non ne erano al corrente. Lo sa bene Anna, chiameremo così la vittima della spiacevole vicenda svoltasi tra le mura del secondo piano dell'ex Monastero dei Benedettini di Catania lunedì scorso, che si sarebbe ritrovata davanti un uomo con l'organo sessuale scoperto mentre affannosamente si stava dedicando ad atti di autoerotismo all'interno del bagno delle donne.
Stando alle dichiarazioni della ragazza, erano le ore 13:15 circa quando l'uomo avrebbe aspettato che la studentessa fosse uscita fuori dalla toilette per attenderla nell'area adiacente al wc (dove sono posizionati i lavabo, rigorosamente all'interno del bagno femminile) e si sarebbe avvicinato con aria minacciosa dicendole frasi oscene e offensive tenendo il membro nudo in mano. «Ero da sola, l'ho strattonato gridandogli "Porco schifoso!" e sono uscita con il cuore in gola in cerca di un addetto alla sicurezza, ma non ho trovato nessuno» così Anna ci racconta ancora scossa la sua esperienza. Non ha intenzione, però, di denunciare agli organi di competenza l'accaduto «sarebbe uno spreco di carta e penna - afferma duramente - una denuncia che finirebbe in una pila di fogli e in archivio. La vera denuncia è far in modo che si sappia pubblicamente cosa è successo, come avverrà, mi auguro, attraverso questo articolo». Anna riconoscerebbe l'uomo, lo descrive magro, biondo con gli occhi azzurri, alto 1,75 cm, intorno ai 20 anni.
La notizia ha già fatto eco, e grande è la solidarietà dimostrata da colleghi e docenti, tutti consapevoli della mancanza di sicurezza all'interno di una struttura universitaria che ogni giorno accoglie non solo i propri iscritti, ma anche studenti di altre facoltà universitarie, intere scolaresche in gita d'istruzione, turisti e semplici curiosi ai quali è permesso girovagare senza alcun tipo di controllo. All'interno di un forum universitario enorme è lo sconcerto di chi soprattutto frequenta ogni giorno quell'edificio e potrebbe essere un'altra vittima. Come lo è stata Grazia, un nome falso che utilizziamo per tutelare un'altra studentessa che appena pochi mesi fa avrebbe vissuto sulla sua pelle un altro episodio allarmante.
«All'inizio di settembre un signore di circa 40 anni mi si avvicinò, ero seduta su una panchina posizionata in uno dei corridoi centrali della facoltà, e mi fece un complimento relativo alle scarpe - racconta la giovane - poi in modo insistente mi chiese di toglierle per sodomizzarmi i piedi. Fortunatamente gli squillò il cellulare e me ne andai sola per la facoltà deserta e silenziosa».
Racconti inquietanti, voci di chi vorrebbe semplicemente essere tutelato all'interno di un luogo che dovrebbe essere confortante e sicuro. «Dovremmo fare in modo che i soldi spesi per cose inutili - sostengono in molti - si spendano per cose utili visti i tagli, magari per un servizio di sicurezza». I consiglieri di facoltà dicono di aver già segnalato l'accaduto in Presidenza e promettono di fare in modo di ottenere dei provvedimenti quanto più immediati affinché il diritto allo studio vada di pari passo con il diritto alla sicurezza.
Fonte: Liveunict.com
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