29 marzo 2011

DRAMMA A CATANIA - PERDE IL LAVORO E SI SUICIDA

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Un operaio della Pubbliservizi, Antonino Lanza di 50 anni, si è suicidato lanciandosi dalla tromba delle scale del palazzo in cui ha sede l'azienda per cui lavorava, situato vicino al lungomare di Ognina a Catania.

L'uomo si sarebbe tolto la vita dopo avere ricevuto un provvedimento di sospensione dal lavoro nell'ambito di un'inchiesta interna su dei furti in azienda. Soccorso da personale del 118 l'uomo è stato trasportato all'ospedale Cannizzaro, ma era già morto.

L'operaio lavorava per una società che ha gestisce la pulizia di scuole e giardini per conto della Provincia regionale di Catania. Al dipendente e ad altri due colleghi era stato notificato un provvedimento disciplinare da parte dell'azienda, nell'ambito di accertamenti relativi al furto di un automezzo avvenuto nei giorni scorsi; la sua posizione era ritenuta marginale.

L'uomo, che in passato aveva lavorato per la Cesame, l'industria catanese che produceva sanitari poi fallita, era stato posto in mobilità e successivamente assegnato alla Pubbliservizi.

L'uomo era sposato, padre di quattro figli, e già nonno. Ma soprattutto "aveva un grande paura di perdere il posto di lavoro" ricorda un familiare all'obitorio dell'ospedale Cannizzaro. "Era una persona d'oro che pensava alla sua famiglia. Era rimasto segnato dalla perdita di lavoro quando la sua azienda, la Cesame, è fallita. Quello è stato uno dei periodi più brutti della sua vita. Non avrebbe messo a rischio il lavoro, per nessun motivo. Da circa un anno e mezzo era stato assunto alla Pubbliservizi dopo un lungo periodo di disoccupazione, ma non aveva superato lo choc".

Si difendono i colleghi. "Siamo vittime e non carnefici. Da tempo - affermano commossi e sconvolti - abbiamo chiesto all'azienda di potenziare i sistemi di sicurezza, ma questo non è avvenuto. Non vorremmo che con i provvedimenti nei confronti dei colleghi si cerchino dei capri espiatori. Sarebbe come subire la beffa dopo il danno, un danno, in questo caso veramente atroce....".

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