Finalmente un motivo per sorridere su Politica e Legalità a Catania. Undici partiti hanno siglato, nella prefettura di Catania, il Codice di autoregolamentazione per le candidature, escludendo quindi sin dalle prossime tornate elettorali candidati coinvolti in procedimenti giudiziari riconducibili alla criminalita' organizzata. Il protocollo 'liste pulite, uno dei primi in Italia del genere, e' stato firmato da Pd, Pdl, Fli, Udc, Api, Mpa, Sel, Idv, Responsabili, Rifondazione Comunista, Comunisti italiani. Un provvedimento fortemente voluto dal Partito Democratico catanese, che esprime viva soddisfazione per il raggiungimento dell'obiettivo e che lo scorso novembre aveva chiesto al prefetto Vincenzo Santoro di convocare tutte le forze politiche per sottoscrivere ufficialmente il Codice di autoregolamentazione.
Una firma che sancisce l’impegno dei partiti a non presentare e sostenere alle elezioni regionali, dei consigli provinciali, comunali e circoscrizionali candidati nei cui confronti sia stato emesso decreto che dispone il giudizio, che siano stati condannati anche con sentenza non definitiva o per i quali sia stata emessa misura cautelare personale non revocata né annullata. Il Codice, in particolare, esclude dalle liste candidati coinvolti in reati di mafia, estorsione, usura, riciclaggio, traffico illegale di rifiuti, reati patrimoniali (come la turbativa nelle gare d’appalto) o persone interdette dall’esercizio di pubbliche funzioni.
L’accordo sottoscritto oggi a Catania ricalca quello approvato la prima volta nel 2008, quindi il 18 febbraio 2010 all’unanimità, dalla Commissione nazionale antimafia, ma rimasto purtroppo inapplicato in tutta Italia.
Una firma che sancisce l’impegno dei partiti a non presentare e sostenere alle elezioni regionali, dei consigli provinciali, comunali e circoscrizionali candidati nei cui confronti sia stato emesso decreto che dispone il giudizio, che siano stati condannati anche con sentenza non definitiva o per i quali sia stata emessa misura cautelare personale non revocata né annullata. Il Codice, in particolare, esclude dalle liste candidati coinvolti in reati di mafia, estorsione, usura, riciclaggio, traffico illegale di rifiuti, reati patrimoniali (come la turbativa nelle gare d’appalto) o persone interdette dall’esercizio di pubbliche funzioni.
L’accordo sottoscritto oggi a Catania ricalca quello approvato la prima volta nel 2008, quindi il 18 febbraio 2010 all’unanimità, dalla Commissione nazionale antimafia, ma rimasto purtroppo inapplicato in tutta Italia.
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