15 maggio 2010

D'Agata risponde a Lombardo: "La Procura di Catania è unita"

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"Alla Procura di Catania c'è grande armonia tra tutti i magistrati: i miei sostituti operano in un clima tranquillo e di assoluta fiducia, scevro da qualsiasi condizionamento e con l'esclusiva finalità di accertare la verità e riaffermare la legalità se violata". Il procuratore capo di Catania Vincenzo D'Agata, commenta l'intervista rilasciata a "Il fatto quotidiano" dal presidente della Regione Raffaele Lombardo, indagato per concorso esterno in associazione mafiosa.

"Il sostituto procuratore Giuseppe Gennaro che mira diventare procuratore di Catania - afferma Lombardo nell'intervista al quotidiano - sta offrendo ad Alfano la mia testa su un piatto di vile metallo".

"Di queste dichiarazioni - ha replicato D'Agata - il governatore si assume paternita è responsabilità. La Procura della Repubblica di Catania è un ufficio dove si lavora con coesione, serenità e responsabilità".


LOMBARDO RETTIFICA - BERLUSCONI NON E' MANDANTE

Tutto questo fino alla successiva rettifica. "Con riferimento a quanto apparso sulle pagine di Repubblica, preciso di avere semplicemente riferito quanto si sente con grande sicumera da più parti in ambienti del Pdl e dell'Udc e cioè che qualora venisse rimossa 'l'anomalia siciliana' e dovessero cadere il governo e l'Assemblea regionale siciliana, si aprirebbe fatalmente la strada verso elezioni politiche anticipate".

"Nelle mia parole - aggiunge - non c'era assolutamente alcun riferimento alla figura del presidente Berlusconi quale 'mandante' delle inchieste e degli attacchi mediatico - giudiziari di cui sono bersaglio

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