07 novembre 2010

" LEZIONE DI FRONTIERA" di Manuela MODICA, giornalista de "L'Unità" e Direttrice del periodico "Voci Dentro"



Sempre nell'ambito dell'edizione 2010 del " Festival dell'Editoria Indipendente DE SCRITTO ", ho partecipato ad uno dei seminari di giornalismo in programma quest'anno; il "tema di fondo" era più che mai attuale: " Quel mostro in prima pagina ". Naturalmente la curatrice del seminario la Dott.ssa Manuela MODICA, dopo una breve introduzione di Salvatore La Porta (Villaggio Maori Edizioni), non poteva esimersi di far riferimento all' " Avetrana-gate ", cioè l'atroce uccisione di Sarah Scazzi ossessivamente riproposta su tutti i canali tv a tutte le ore diurne e notturne, e su tutti i giornali nazionali.

Con arguto spirito di provocazione, la Dott.ssa MODICA, davanti ad un " Coro di Notte " (stupenda sala del Monastero dei Benedettini, recentemente ristrutturata, che vi consiglio di visitare!!!) strapieno all'inverosimile di studenti universitari, liceali o di semplici appassionati, ha esordito con la frase: " Chi di voi conosce Michele Misseri ? " ; e subito dopo ha aggiunto: " [...] probabilmente, se condannato in maniera definitiva, potrebbe essere internato, come tanti altri celebri " mostri ", all'interno dell' O.P.G. di Barcellona Pozzo di Gotto ". Infatti col pretesto di questo recentissimo fatto di cronaca, la giornalista de " l' Unità ", ha gradualmente condotto il pubblico presente all'interno della sua esperienza umana e professionale in mezzo agli internati dell' Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Barcellona, esperienza dalla quale è nata insieme ad altri un' associazione " Le Voci Dentro " e conseguentemente l'omonimo periodico del quale ella ha assunto la direzione.

Dopo un breve excursus sulla storia della "cronaca nera" in Italia (di come ad esempio durante il Fascismo fosse scomparsa dai giornali per necessità di Regime; o come invece nel secondo dopoguerra Dino Buzzati, dalle colonne del Corsera si fosse particolarmente soffermato su figure criminali al femminile), la direttrice de " Le Voci Dentro" ci ha aperto gli occhi sulla dura realtà degli O.P.G. in Italia:
"Gli O.P.G. su tutto il territorio nazionale sono 6 (Reggio Emilia, Aversa, Montelupo Fiorentino, Castiglione delle Stiviere, Napoli, Barcellona Pozzo di Gotto); 5 di essi, in seguito ad una recente modifica legislativa, non sono più sotto la responsabilità del Ministero della Giustizia, bensì ridotti a semplici ospedali, quindi di competenza del Ministero della Salute. Ovviamente l'unico a fare eccezione è proprio quello di Barcellona che continua ad essere " giudiziario " in quanto, la Regione Siciliana, in virtù della sua beneamata " autonomia " ha impugnato la normativa nazionale lasciando lo status dell'O.P.G. inalterato. " (M.Modica)


Tutto ciò ovviamente confligge palesemente con la Legge Basaglia (1978), che come si sa prevedeva la chiusura totale dei manicomi o al massimo la riconversione di tali strutture in ospedali psichiatrici dediti alla cura e alla riabilitazione delle persone internate; invece ancora oggi, a più di trent'anni dall' entrata in vigore di tale legge, " l' O.P.G. è di fatto un manicomio " (Modica), dal quale in teoria queste persone dovrebbero essere curate e rintrodotte nella società dopo 5 anni reclusione cosa che non avviene mai, dove la cabina telefonica all'interno della struttura diventa per gli internati l'unico contatto(verbale, s'intende)con il mondo esterno, e dove ancora ahimé il " letto di contenzione " è l'unico strumento per impedire ai pazienti di farsi del male.

Secondo me, non esiste migliore conclusione, delle parole del Direttore dell' O.P.G. di Barcellona riportate dalla stessa Modica durante l'incontro: " L' O.P.G. è una latrina sociale, un carnaio umano ! " , eloquente frase senza dubbio dolorosa prima di tutto per gli operatori sanitari, per gli agenti di polizia penitenziaria, VITTIME seppur apparentemente diverse, di uno stesso sistema socio-giudiziario indegno di uno " Stato di Diritto ", quale l' Italia dovrebbe essere !!!

COMPLIMENTI alla dott.ssa MODICA per il suo impegno sociale e professionale; ammetto, pur essendo un assiduo lettore de " L'Unità ", che non la conoscevo e che grazie a questa bella iniziativa ho avuto modo di colmare questa grave lacuna giornalistica !!! Supportiamo il " giornalismo di frontiera " prima di tutto all'interno delle carceri, degli O.P.G. italiane che trovo di pari valore e/o dignità rispetto a quello praticato in Afghanistan o in altri fronti di guerra.

Catania, 7 nov 2010 Bernardo Tutino

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