Democratica, fondata sul lavoro, solidale, libera: così la nostra Costituzione, nata dopo la sconfitta del fascismo e la fine della seconda guerra mondiale, ha disegnato la Repubblica Italiana. Uno stato nel quale (art.3)
"tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge senza distinzioni di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali".Oggi, in un momento oltremodo difficile per il nostro Paese, attraversato da una violenta crisi economica, difendere la nostra Carta e i suoi valori è necessario per dire basta a una politica governativa del tutto disinteressata a risolvere i problemi reali. Perché (art.3)
"è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della personalità umana". Difendere la Costituzione significa difendere, concretamente, i diritti civili, politici e sociali di tutti i cittadini; significa accogliere quanti arrivano nel nostro paese spinti dalle guerre o dalla povertà; significa garantire a tutti gli strumenti per pensare e progettare un futuro, in cui nessuno debba barattare la propria dignità con la possibilità di realizzare le proprie aspirazioni. Oggi, al centro della nostra mobilitazione c'è, innanzitutto, la difesa del diritto all'istruzione e alla formazione, rimesso drammaticamente in discussione dai pesantissimi tagli di risorse effettuati dal governo Berlusconi nelle scuole e nelle università statali. Ma, soprattutto, c'è l'orgoglio e la necessità di rivendicare la centralità, in un paese democratico, dell'istruzione pubblica, depotenziata e dequalificata dalle controriforme Gelmini e svilita dal Presidente del Consiglio, che privilegia la scuola privata, continuando, nell'epoca dei tagli selvaggi, ad assegnarle fondi, in violazione, ancora una volta, di un articolo della Costituzione, l'art. 33:
"enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato".Noi, al contrario, pensiamo che il sapere e la conoscenza siano beni comuni e che, quindi, il diritto allo studio rappresenti la leva fondamentale se si vogliono dare pari opportunità a tutti, perché un Paese che non investe nella ricerca e nella formazione rinuncia al futuro. Per questo, come diceva Piero Calamandrei, consideriamo l'art. 34
"la scuola è aperta a tutti. I capaci e i meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi" l'articolo più importante della nostra Costituzione.
COORDINAMENTO DIFESA SCUOLA PUBBLICA STATALE-CATANIA, COORDINAMENTO PRECARI SCUOLA CATANIA, COORDINAMENTO UNICO D'ATENEO, MOVIMENTO STUDEIITESCO CATANIA, CGIL, UDU, ARCI, COMITATO PER LA COSTITUZIONE, FABBRICA DI NICHI, LIBERTA' E GIUSTIZIA, LI LA, STUDENTI MEDI, UNIONE DONNE IN ITALIA, PARTITO DEI COMUNISTI ITALIANI-FDS, ITALIA DEI VALORI, PARTITO DEMOCRATICO, RIFONDAZIONE COMUNISTAFDS, SINISTRA ECOLOGIA E LIBERTA', CIRCOLO UNIVERSITARIO SEL, FGCI, GIOVANI COMUNISTI, GIOVANI DEMOCRATICI, GIOVANI ITALIA DEI VALORI, COBAS SCUOLA.